Rimbocchiamoci le maniche ad Hallertau!

Quante volte ti è stato detto: “Le tue sono braccia rubate all’agricoltura”?
Quante volte avresti voluto vendicarti non limitandoti al solo gridare: “malimorta**i tua e de tu’ nonno in cariola!”, volendo rispondere a tema?
Ebbene, questa è la recensione che fa per te. Quando si parla di ortaggi a tutti viene subito in mente Mia Khalifa.
Come dici? Chi è? Allora sei un vero gamer! Hai superato il test.
In realtà quando si parla di ortaggi a tutti i veri giocatori viene in mente Uwe Rosenberg. Il celebre autore di Agricola e Caverna è tornato a seminare (ahahahahah,no.) discordia tra tutte le scuole di pensiero nel mondo dei giochi da tavola.

“Agricola è il gioco più bellissimissimo di sempre!”
“Un gioco in cui devo zappare la terra per far crescere ortaggi?”
“Ma che bello!Ci sono le miniature degli animali! …e i recinti!”

Ebbene, grazie ad Asmodee anche noi in Italia abbiamo Hallertau, titolo da 1 a 4 giocatori edito da Lookout Games e creato proprio dal succitato autore.

In Hallertau saremo dei contadini (ma va?) intenti a coltivare i propri terreni (ma va?), allevare le proprie pecore (ma va?) al fine di sviluppare al meglio il nostro villaggio con lo scopo di andare a rifornire gli artigiani locali. Dove avverrà tutto questo? Ad Hallertau, in Germania. Vabbè…

Apriamo lo scatolone!

Il gioco si presenta in tutto il suo splendore grazie alla miriade di materiali presenti nella confezione. Abbiamo tantissimi componenti in legno a rappresentare tutto il ben di Dio che la nostra terra produrrà, più di 300 carte e ben 5 plance personali su cui ogni giocatore andrà a sviluppare il proprio villaggio.
Ah già, c’è anche il tabellone che in tutta la sua semplicità sarà funzionale come pochi altri (tipo che solo quello di Food Chain Magnate è più brutto e funzionale). Concludono il tutto tessere campo, strumento, 5 tessere negozio per giocatore, segnalino primo giocatore e blocco segna punti. La penna no. Chissà perché non danno mai nemmeno una matitina?
Inutile dire che il prezzo che si aggira sui 70 euro, dovendoci basare sul mero discorso componentistico, è probabilmente congruo. Qualcuno dirà troppo, ma vi assicuro che c’è veramente tanto materiale e comunque sarà ampliamente ripagato dalle tante partite che vi invoglierà a fare.

ATTENZIONE: Il regolamento italiano riporta un errore nel setup iniziale. Potete scaricare il regolamento corretto a questo link.

Il setup non è particolarmente lungo. Ogni giocatore prende la sua plancia dei campi, la plancia delle stalle, la tessera scrigno dei gioielli con indicatore anello sullo spazio 0 e la sua plancia del villaggio. Su di questa si svilupperà tutto il nostro gioco. Dovremo infatti far progredire la tessera villaggio che andremo ad apporre sopra e che, dalla sua piccola finestrella, ci mostrerà il numero di lavoratori che andremo ad utilizzare ed eventuali Punti Vittoria che andremo ad accumulare.

Non sarà facile spostare il casolare verso destra, ma andiamo con ordine.
Ogni giocatore piazza 3 campi non coltivati, prende dalla riserva 1 indicatore di lino , segale e orzo e 4 carte cancello + 1 carta punto come mano iniziale.
Piccola parentesi sulle carte: Il gioco fornisce 4 diversi mazzi di carte fattoria e cancello (i restanti 2 sono carte bonus e carte punto). Di questi il regolamento per le prime partite consiglia uno specifico gruppo di carte, fate riferimento a lui durante il setup.
Altre 6 carte fattoria andranno piazzate a faccia in giù nell’apposita plancia (faranno anche da segna turno).
Sulla plancia villaggio, oltre il villaggio stesso che andrà messo all’estrema sinistra rendendo visibile il numero 6 dalla finestra, andrà a posizionare nella parte iniziale della metà di destra, i suoi 5 negozi. A distanza 2 e 4 da questi andrà a posizionare 2 macigni su ogni riga del rispettivo negozio.
Ogni giocatore prenderà dunque i suoi 6 lavoratori iniziali.

Sul tabellone principale si posizioneranno i 4 mazzi di carte negli appositi spazi e tanti lavoratori ad occupare spazi azione quanti sono i giocatori al tavolo.
In una partita a 4 giocatori non si collocano cubi sugli spazi azione mentre, nelle partite da 1 a 3 bisogna fare riferimento alle carte quadrante.
Il colpo d’occhio sarà gradevole e tutto sommato lo spazio al tavolo non sarà nemmeno troppo. Il tabellone centrale infatti è di grandezza contenuta così ogni giocatore potrà apparecchiare il proprio villaggio a dovere.

A lavurà!

A dispetto delle tante azioni che il gioco propone, il gameplay si svolge per la maggior parte del tempo in simultanea. Il fantastico player aid (una graziosa plancettina riassuntiva) in dotazione scandisce a meraviglia tutte le fasi del gioco e, inoltre, le riassume in maniera davvero egregia.
Il gioco si sviluppa su 6 turni indicati, come abbiamo detto, dalle 6 carte fattoria posizionate su di essa ad inizio partita. Ogni turno è suddiviso in 10 fasi.
Il vero fulcro del gioco è ovviamente nella fase di azione, la fase 4. Qui sotto vi riepilogo in breve tutte e 10 le fasi:

1) Rimuovere i lavoratori dalla riga più in alto di ogni casella azioni (per partite da 1 a 3 fare riferimento alle carte quadrante)
2) Spostare la carta fattoria attuale dalla plancia alla destra di questa. Se ci sono pecore su di essa, rimuovetele. Posizionate sulla carta fattoria i lavoratori che utilizzerete nel turno.
3) Attivare le carte bonus in gioco.
4) Fase azioni. Collocare i lavoratori sul tabellone o scambiarli con degli strumenti.
5) Prendere la carta fattoria precedentemente messa in disparte e aggiungerla alla propria mano di carte.
6) Muovi ogni campo vuoto una riga più in alto. Dopodiché muovere esattamente 1 solo campo vuoto nuovamente una riga più in alto.
7) Effettuare un raccolto sui campi seminati muovendoli poi una riga più i basso.
8) Ricevere 1 latte per ogni pecora posseduta.
9) Pagare merci o gioielli per far avanzare i negozi. Consumare strumenti per far avanzare i macigni.
10) Ripristinare i macigni in modo che si trovino nuovamente a distanza 2 e 4 dal rispettivo negozio.

Mamma mia quanta carne (di pecora, è il caso di dirlo) sul fuoco!

Leggendo le azioni salta subito all’occhio il movimento verticale dei campi. Cosa significa muovere un campo su e giù?
La plancia dei campi è divisa in colonne e righe. Una griglia 5×8 dove ad ogni colonna è possibile assegnare un solo campo. Questo fa si che potremo avere un numero massimo di 8 di questi.
Sulle 5 righe invece sono indicati dei valori, appunto, da 1 a 5. Questo è l’indicatore di produttività di tutti i prodotti.
Ne abbiamo di 2 tipi: colture e animali.
I primi sono la segale, il lino, l’orzo e il luppolo. Quelli animali sono la pelle, il latte, la carne e la lana. C’è poi l’argilla che non è reperibile solo grazie ad azioni sul tabellone e non di raccolto o allevamento.
Posizionare uno di questi segnalini nell’apposita riga servirà ad avere in tempo reale la dimensione di ciò che il mio villaggio produce.
Per esempio se ho un segnalino di segale sulla riga di valore 2 e uno su quella di valore 4 avrò 6 segale. Questo tipo di calcolo sarà utilissimo per ridurre al minimo i segnalini sulla propria plancia, ma al tempo stesso è rischioso. Basta un movimento sbagliato per falsare la partita e dato che non si riesce ad avere il pieno controllo di tutte le plance, vi consiglio di fare molta attenzione nei vari spostamenti delle risorse.
Ogni volta che semineremo un campo abbasseremo di uno il valore e posizioneremo un indicatore ad hoc sul campo designato. Quando raccoglieremo, al contrario, andremo muovere il segnalino (o ad aggiungerne uno nuovo laddove la produzione superi 5) verso l’alto ad indicare un incremento di produttività.
Credetemi, sarà una cosa semplicissima ma che all’inizio potrà disorientarvi. Soprattutto ricordarvi che ad ogni colonna corrisponde un campo e che la riga in cui questo si trova corrisponde al suo valore di raccolto.

Un altro elemento che salta all’occhio è la fase 9. Spostare i negozi.
Ebbene questo è il vero core (che non è il core mezzo giallo e mezzo rosso de noi romani) del gioco. Perché se è vero che si fanno punti con le pecore, il valore di raccolto finale e i campi posseduti e i gioielli, la vera miniera di punti vittoria è il nostro villaggio. Anche le carte ovviamente ma senza il primo, con le seconde, farete ben poco.
Questo perché il movimento verso destra della plancia villaggio andrà a scoprire, come dicevamo, i tantissimi punti reperibili da questo. Nello specifico 18/34/50 o 70). Spostare i negozi verso destra permette al villaggio di scorrere e di, inizialmente, fornirvi un numero maggiore di lavoratori (da 6 a 12 nei primi 7 spostamenti) ma soprattutto permette ai negozi stessi di farvi prendere altri PV.
Già, perché sulla plancia di destra appaiono la bellezza 9 PV a riga che, per 5 righe, potrebbero fornirvi un massimo di altri 45 PV qualora i negozi riuscissero a superare tutti i piccoli “scudi”.
Detta così sembra facile ma vi assicuro che alla prima partite sarete felici di aver fatto 20 punti…
Hallertau è un gioco di calcolo. Punto. Bisogna seminare i prodotti che richiedono i 5 negozi per riuscire a farli avanzare più spazi possibili in soli 6 turni.
Non bastasse, sul cammino di questi, sono presenti anche dei macigni. Come li spostiamo?
Ebbene ogni giocatore, durante la fase delle azioni, potrà decidere di convertire i suoi cubi lavoratori in altrettanti strumenti. Nella fase 9, come precedentemente scritto, questi strumenti potranno essere utilizzati per spostare di uno spazio verso destra questi benedetti macigni.
Perché farlo? Potrà capitare…anzi, dovrà capitare, che avrete abbastanza produzione da poter spostare di 2 spazi un negozio. Se sulla vostra strada ci dovesse essere un macigno questo passo in più non potrà essere fatto…a meno che…STRUMENTO!
Lo si piazza alla destra della plancia villaggio, all’altezza della riga appropriata al negozio, e si sposta un macigno verso destra. Qualora ci dovessero essere 2 macigni attaccati bisognerà usare 2 strumenti.
ATTENZIONE! Nei primi 5 round gli strumenti vengono solo usati, questo vuol dire che alla fine dell’ultima fase verranno ripresi dal giocatore pronti ad essere nuovamente utilizzati. Soltanto nel sesto turno questi vengono spesi e dunque scartati.

E se non ho tutta la merce che mi serve?
Il gioco non ti abbandona. Col soldo si sa, si compra tutto. In Hallertau il soldo sono i gioielli. Spendendo uno di questi potrete spostare un qualsiasi negozio verso destra senza pagare la merce richiesta.
Inoltre, ad ogni turno, sono disponibili degli sconti FONDAMENTALI, per poter far avanzare i piccoli negozietti di artigianato.

Che faticaccia!

Hallertau fa sudare. Dico davvero. Dopo le prime 2 partite mi era venuta voglia di spaccare tutto ma poi mi sono ricordato che il gioco non era mio.
Qualcuno mi ha detto: “Non hai il fisico per zappare con Rosenberg!”. Aveva ragione. Nonostante questo il gioco mi è piaciuto e devo dire che piano piano anche il mio punteggio è migliorato.
Resta il fatto che pur essendo un german qui il fattore alea dato dalle carte è presente. Soprattutto perché queste sono sempre coperte. Sia quelle che si comprano che quelle nelle stalle dei giocatori.
In pratica spesso si è costretti a fare una strategia alla cieca perché sarà tranquillamente possibile che le carte che pescherete saranno inutili o irrealizzabili. Non è un difetto. Non necessariamente almeno.
I quattro mazzi hanno ognuno delle peculiarità:

1) Carte Bonus: forniscono risorse nella fase 3 del round e PV a fine partita.
2) Carte Punto: forniscono PV a fine partita
3) Carte fattoria: sulla plancia delle stalle offrono riparo alle pecore mentre, se giocate, forniscono risorse, campi ecc.
4) Carte cancello: Sono obiettivi a breve termine e richiedono di possedere qualcosa per pagare qualcosa.

Ogni singola carta è spiegata nel dettaglio nel regolamento. Quest’ultimo è a prova di stolto!
Introduce, spiega, porta esempi e lascia davvero poco al caso. Sia chiaro, il gioco nelle sue regole non è difficile. Almeno non quanto riuscire a portare in tavola gli ingredienti giusti per un punteggio degno di nota.
Ho provato il gioco in due giocatori e devo dire che l’unico modo per pestarsi i piedi è nel tabellone delle azioni. Ogni azione infatti ha un costo in lavoratori da 1 a 3. Ovviamente la corsa sarà al pagare l’azione il meno possibile ma tutto sommato c’è sempre qualcosa da fare. Come in ogni vita in campagna che si rispetti no?
Inoltre le carte quadrante ristringono il gioco a dovere in partite con meno di 4 giocatori e questo da la sensazione di una maggiore difficoltà di scelta.
La longevità direi che non è uno dei problemi di cui soffre il gioco. Ci sono più di 300 carte, divise inoltre in livelli di difficoltà. Esistono varianti del gioco (home rules?) che permettono di giocare a carte scoperte per avere più controllo sulla partita. Le strategie per riuscire a far crescere il villaggio sono molteplici. Insomma, Hallertau invecchierà sicuramente con calma e classe.
Le partite non dureranno meno di un’oretta e mezza. Ci sarà da riflettere e da calcolare ma il poter fare molte fasi in simultanea (almeno dalla seconda partita in poi) aiuta e non poco il downtime.

Cosa ne penso?

Voglio essere chiaro. Dello stesso autore, prima d’ora, avevo giocato solo Patchwork e Sagani. Tutt’altra pasta di giochi e dunque questo è il mio primo titolo a tema ortaggi.
Agricola? Mai giocato ma…Hallertau me lo ha fatto acquistare. Avrete dunque capito che mi è davvero piaciuto. La sensazione di “fatica” al tavolo è percepita. Il gioco, che possiamo tranquillamente definire un solitario di gruppo, mette nelle condizioni di dover pensare sempre.
La corsa dei giocatori, come detto in precedenza, sarà sullo spostare i propri negozi così da far “slittare” il villaggio verso i punti vittoria.
Avendo solo 6 round a disposizione sarà necessario riuscire a spostare di un paio di spazi tutti e 5 i negozi almeno un paio di volte. Gioielli e sconti, in tal senso, saranno fondamentali.
I punti a fine partita si fanno lì. Le pecore e i gioielli danno pochissimi punti, stessa cosa le merci, strumenti e campi rimanenti. In pratica si sommeranno tutte le merci e gli strumenti e si andrà poi a sommare il “valore” di ogni campo rimasto dove il valore è quello indicato sulla riga dove è stato piazzato.
Ogni giocatore otterrà 1 PV ogni 5 punti di questo totale.
I gioielli dovrebbero essere sempre usati, le pecore probabilmente è meglio mandarle al macello che tenerle per miseri PV. Dopo la prima partita capirete subito che tutti vostri sforzi sono sui campi ed in tale senso (so che sto per bestemmiare) è un german ben tematizzato!

Inoltre nel gioco è presente una modalità in solitario, noi abbiamo avuto modo di fare una partita in solitaria ed è stata molto utile per capire il regolamento e tutte le varie fasi. A quanto pare questa modalità è stata molto apprezzata dalla community dei giocatori in solitaria (che sta crescendo sempre di più).

Hallertau è un gioco che mi sento di consigliare a tutti gli amanti dei giochi di Uwe Rosenberg, a tutti quelli che non hanno paura di calcolare e a tutti quelli che vogliono stare con la testa china sulla propria plancia senza doversi interessare troppo di ciò che fanno gli altri.
Ora non mi resta che odiare/amare Agricola. Voi che dite?

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