Sagani: L’armonia degli elementi

Quest’oggi vi parlo dei una delle ultime creazioni di Uwe Rosenberg, autore super noto nel mondo dei giochi da tavolo. Tipo, per dire, il Michael Jackson dei cubetti. Famoso è il suo Moonwalk tra gli ortaggi.
Chi non ha mai giocato titoli come Agricola, Caverna, La festa di Odino, Le Havre o Alle porte di Loyang?
Beh, io.
Lo ammetto, i suoi titoli non mi hanno mai davvero incuriosito e alla fine ho sempre puntato su altri giochi. Molto onestamente non bado molto all’autore quando scelgo un gioco da tavolo eppure, nel suo caso, qualcosa mi fermava.
L’unico che sono mai riuscito ad intavolare è stato Patchwork, titolo ultra famoso ma che non mi aveva scaldato il cuore più di tanto. Tipo, per dire, All You need is Love dei Beatles.
Quindi eccomi qui, con il cuore colmo di gioia, per dirvi che Sagani è bello!

Semplice ma mai banale.

Purtroppo non posso fare termini di paragoni con Nova Luna per i motivi su citati, il mio sarà dunque un parere privo di preconcetti.
Giochix, che ringrazio, mi ha fornito una copia di questo gioco che mi sento di consigliare a tutti quelli che stanno per partire in vacanza. Proprio a tutti! Cercate un gioco da fare con lo zio che a Natale grida ” Bucio de’ c…” ogni volta che esce 23 a tombola? Sagani!
Questo titolo mi ha stupito sia perché non sono un grande amante degli astratti, sia perché, con veramente tre regole in croce, riesce a dare una notevole profondità al gameplay senza renderlo complicato e soprattutto lo rendono godibile anche ai giocatori alle prime armi.

Cosa ne penso.

In Sagani dovremo riuscire a mantenere l’equilibrio degli elementi. Acqua, fuoco, terra e aria saranno infatti il mezzo tramite il quale faremo mostrare gli spiriti che ne incarnano la loro forma.
Il titolo del gioco viene dal nome che Paracelso, medico naturalista svizzero, ha dato agli spiriti della natura nella sua opera “De Meteoris“.
Per rendere possibile questo tripudio di equilibrio, gioia e armonia dovremo fare sei piccoli passi, ovvero:

1) Pescare una delle 5 tessere dal display di pesca
2) Piazzare dei dischetti suono su di essa pari al numero delle frecce presenti sulla stessa.
3) Qualora non avessimo più dischetti a disposizione prendere i dischetti Cacofonia (rossi) e sottrarre 2 punti vittoria.
4) Coprire le frecce con i dischetti suono ogni volta che soddisferemo il colore di queste grazie al piazzamento di tessere del colore richiesto.
5) Muovere l’ultimo dischetto richiesto dalle frecce e fare punti.

Dopo queste cinque fasi, che sono per lo più rapidissime eccetto la n°1 che prevede ovviamente della programmazione, verificheremo se sussiste una fase chiamata intermezzo.
Quando nel display di pesca rimane una sola tessera il giocatore potrà scegliere se pescarla oppure riporla nello spazio di archiviazione del tabellone e pescare la prima dalla pila delle tessere.
Quando 4 tessere spirito si troveranno negli spazi archiviazione il gioco verrà fermato e, partendo dal giocatore con meno punti, si sceglierà a turno se prendere una di queste tessere e piazzarla nel proprio display di gioco oppure no.
La sesta e ultima fase prevede di riempire nuovamente il display di pesca con 5 nuove tessere spirito per poi riprendere il normale corso del gioco.

Tutto qui. Il gioco, come vi dicevo è semplice. La “difficoltà” maggiore sta nell’avere una visione d’insieme della propria partita. Una visione “spaziale” per capirci.
Il nostro piano di gioco infatti andrà ad aumentare e a modificarsi a seconda delle tessere che sceglieremo. Questo fa si che i giocatori debbano avere una certa destrezza nell’immaginare il proprio gioco di lì ad alcuni turni in avanti.
Questo soprattutto in virtù del fatto che le tessere devono essere sempre piazzate ortogonalmente (mai in diagonale) ma che le frecce puntano in tutte le direzioni. La vera chicca consiste che queste, per essere risolte, non devono per forza avere la tessera del colore richiesto posizionata in modo adiacente, anzi!
Le tessere possono essere distanti anche diverse tessere purché queste siano unite da una linea immaginaria tra loro.
Ecco dunque spiegata l’unica “difficoltà” del gioco. Difficoltà che però che lo rende intrigante e per nulla banale. Il gioco scala bene in qualsiasi numero di giocatori. In due probabilmente non si rischierà di andare in negativo visto che ci saranno sempre molte tessere nel display. In 4 è probabilmente leggermente più stretto e sicuramente più sfidante. Saremo costretti a subire parecchi sgambetti e dovremo spesso cambiare programma.
Fondamentale la scelta negli intermezzi. Non ce ne saranno molti nell’arco della partita ma quando avverranno, qualora si fosse ultimi, dovremo sfruttare al meglio l’opportunità che il gioco ci fornisce per risalire la china.

Il colpo d’occhio è notevole. In Sagani i colori sono sgargianti e tutto è veramente essenziale. I materiali sono buoni, dischetti in legno, tessere spesse, un tabellone semplice e intuitivo che non guasta mai.

Voglia di Rosenberg

Devo ammettere che dopo aver provato questo gioco mi è salita un pochino la voglia di provare giochi come Agricola e chissà che forse un giorno riuscirò a trovare il modo e le persone per intavolarlo.
Per ora mi godo questo Sagani come una bella sorpresa che è riuscita a scaldarmi con la sua semplicità non banale. Ad avercene di giochi così!

Cliccando nei nomi trovate dei tutorial esaustivi realizzati dai colleghi Puzzillo del sud e Cercatore di perle.
Dategli un occhio!


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