Il gioco dell’Oca – Storia e Curiosità

Pur se spesso associato alla dimensione infantile, da qualche anno il Gioco dell’Oca ha risvegliato un certo interesse soprattutto in ambito collezionistico, suscitando di conseguenza curiosità in studiosi e amatori, soprattutto all’estero. È a questo scopo che nasce il sito www.giochidelloca.it, un ricchissimo database che raccoglie riproduzioni di tavole di giochi di percorso di tutte le epoche e provenienze corredate ciascuna da una scheda che ne ripercorre la storia e ne ricostruisce i riferimenti bibliografici. Costituita dal nucleo centrale della collezione del dottor Luigi Ciompi e del professor Adrian Seville, la raccolta è arricchita da riproduzioni di giochi conservati presso grandi musei pubblici e collezioni private. 

Lo scopo di questo lavoro, infatti, non è solo quello di dar visibilità a un gioco troppo spesso ignorato, ma anche creare intorno a questo luogo virtuale una community che collabori ad ampliare la raccolta e a diffondere questo interesse.

Ma perché tanta curiosità per un gioco così “semplice”? 

In realtà il Gioco dell’Oca, benché non preveda alcuna strategia, rappresenta nella sua struttura e nei suoi ancestrali simboli che la corredano la vita dell’uomo e affonda le sue origini in epoche lontane. Siamo certi infatti, grazie ai documenti, che un esemplare di questo passatempo fu donato alla fine del XVI secolo dal Granduca di Toscana Francesco I al sovrano Filippo II di Spagna, ma non mancano riferimenti ad un gioco dal nome molto simile nei bandi di proibizione dei giochi di azzardo datati al secolo precedente. Pur se rientrava nel grande insieme dei giochi aleatori e di scommessa e fosse per questo spesso vietato assieme tra gli altri al Gioco della Civetta o il Biribisse, non stupisce che questo passatempo in particolare interessasse un sovrano come Francesco I, amante dell’alchimia e delle arti occulte.

Che si tratti di un esempio dal formato verticale (all’italiana) o orizzontale (alla francese), il Gioco dell’Oca tradizionale segue un andamento antiorario a spirale, il cui percorso è costituito da caselle che conducono al centro, il giardino dell’oca, dove viene inserito il regolamento del gioco o un’immagine che omaggi l’animale stesso o il tema del tabellone. Il percorso, proprio come la vita umana, è intervallato da premi che permettono di saltare avanti o da ostacoli che prevedono una serie di prove tra cui il ricominciare da capo, tradizionalmente rappresentato dal teschio alla casella 58, la morte. Anche le cifre scelte infatti non sono casuali. Il 63, numero totale delle caselle del percorso nei giochi tradizionali, rappresenta, per esempio, secondo la cabala antica la vita dell’uomo che è costituita da 7 periodi di 9 anni ciascuno. Il Gioco dell’Oca, guidato dal lancio fortunato o sfortunato dei dadi nasconde perciò il cammino dell’uomo, non sempre lineare, un vero e proprio percorso iniziatico, per alcuni più breve per altri più lungo.

Bisogna riconoscere però che già a partire dal XVII secolo, i Giochi dell’Oca si trasformano da giochi di azzardo a strumenti didattici caratterizzati da diverse varianti… forse proprio questo aspetto ha fatto sì che il gioco giungesse fino a noi a differenza degli altri. Infatti, il suo andamento graficamente lineare e dunque narrativo permetteva e permette tutt’ora di raccontare e trasmettere contenuti tra i più diversi: dai costumi dei popoli alle aree geografiche, dalle importanti battaglie alle favole, dagli abiti alla moda alle acconciature più in voga, e via dicendo. E proprio con questa funzione il gioco è giunto fino a noi trasformandosi per la sua versatilità in versioni diversissime, potenzialmente infinite, spesso dall’esplicito carattere pedagogico, ma – perché no? – anche pubblicitario o addirittura comunitario. Non mancano infatti festival e fiere, soprattutto in Italia, che tra le loro iniziative promuovono grandi giochi di piazza o ancora associazioni che producono in scala naturale grandi Giochi dell’Oca permanenti che si inseriscono all’interno di paesaggi urbani al fine di valorizzarli. Il Gioco dell’Oca diventa allora un’occasione creativa e di evasione per grandi e piccoli.

Molti interrogativi restano comunque aperti! Perché dedicare questo gioco proprio all’oca? Quando e dove è stato inventato? Qual è il primo esemplare della storia?

Ad alcune di queste domande si è cercato di dare risposta, per molte resta ancora il mistero! Per soddisfare le vostre curiosità e aiutarci in questa missione visitate il nostro sito e seguiteci sul nostro canale Instagram!

E voi, che Gioco dell’Oca siete?

Sito Web: www.giochidelloca.it

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