Presentazione del gioco Cangaceiros di Ergo Ludo Editions

Mercoledì 15 marzo, nella splendida cornice dell’ambasciata del Brasile a Roma, si è svolta la presentazione ufficiale del nuovo gioco edito dalla Ergo Ludo Editions: Cangaceiros.

Per l’occasione erano presenti Roberto Pestrin, designer del titolo, Daniele Ursini e Lorenzo Conti sviluppatori, Marco Vassallo ovvero colui che ha “imboccato” l’idea di un titolo dedicato proprio ai Cangaceiros. L’evento è stato introdotto dal professor Luca Bacchini, docente della Sapienza in veste di esperto di cultura brasiliana, prodigo nel mostrare tutti le particolarità di uno degli aspetti cardine del gioco, ovvero il Sertao. Non poteva certo mancare in questa esperienza la musica, ed ecco dunque le note diffuse dal chitarrista Ze Galia che ha intrattenuto i presenti con un emozionante intermezzo musicale che ci ha accompagnato in questo meraviglioso viaggio nel sertão, ovvero la regione semi-arida estesa nel nord-est brasiliano che ha ospitato i ribelli. . Non un termine a caso “viaggio” perché di questo si è trattato. L’evento infatti, splendidamente realizzato, è stato un vero e proprio percorso attraverso i molti aspetti e riferimenti culturali che il “mito” di questi personaggi ha creato attorno a sé. L’eterna domanda “eroi o banditi” che accompagna ancora oggi i Cangaceiros è quanto mai viva in tutta la storia fumettistica e nella filmografia che questi hanno generato nel tempo. Erano presenti, infatti, Emiliano Mammucari, autore del comparto grafico del gioco nonché disegnatore della Bonelli Editore e Luigi Mignacco autore di alcuni episodi della serie Mister No a tema Cangaceiros che hanno portato i presenti attraverso le immagini e le storie e il mito che i protagonisti del gioco hanno ispirato negli anni.

Dopo la conferenza è stato possibile provare il gioco da tavolo accompagnati da tutto lo staff, così da poter provare le emozioni suscitate dai racconti dei protagonisti davanti al tavolo da gioco. Alla fine il protagonista è lui: Cangaceiros. A lui l’arduo compito di portare con sé emozioni, storia, territorio e cultura. A lui l’onere di far rivivere ai giocatori quel difficile periodo storico dove il confine tra eroismo e banditismo era labile al punto da diventare mito. Ho avuto il piacere di parlare con il designer Roberto Pestrin (Dojo Kun), nell’intervista che trascrivo più sotto, per approfondire alcuni aspetti del gioco che, inoltre, ho avuto il piacere di provare con lui qualche mese fa in anteprima a RWG 2022.

Grazie ancora ad Ergo Ludo per l’invito e complimenti ad Alessandro Lanzuisi, moderatore della serata nonché editore stesso del gioco per aver creato un evento così positivo attorno allo stesso. Auguro personalmente il meglio a questo titolo sul quale tanto lavoro è stato fatto.

EG: Ciao Roberto, partiamo subito con la prima domanda. Cangaceiros è un gioco con una forte connotazione tematica. Tu, come autore, quanta ambientazione hai dovuto sacrificare a favore delle meccaniche e viceversa?

RP: Diciamo che in realtà, per mio stile personale, ho trovato nell’ambientazione i motivi per sviluppare il gioco.
Di solito quando ne sviluppo uno salto spesso dall’ambientazione alle meccaniche e viceversa. Inoltre per capire meglio come una cosa funziona vado a studiare la realtà dei fatti e, come nel caso di Cangaceiros, trovo proprio lì lo spunto per tradurre in gioco l’ambientazione.
Ovviamente in questo caso ho dovuto fare una sintesi di ciò che volevo trasmettere, avendo in mano tantissime informazioni a riguardo. Quello che ho cercato di capire è stato quale tipo di sentimento volessero provare i giocatori al tavolo.
Attraverso questo focus ho provato a riportare le meccaniche tra cui povertà di risorse, il senso di sopravvivenza che aleggiava all’epoca dei Cangaceiros, le scelte quando si è braccati. Diciamo che l’ambientazione è stato il motore delle idee.

EG: A che target di giocatori si rivolge Cangaceiros?
RP: Si tratta di un titolo per giocatori navigati. Il gioco non è complicato ma è complesso per i molteplici aspetti da tenere sotto controllo. In fase di sviluppo ad un certo punto si è cercato di capire che strada prendere. Semplicità o complessità ed è stata presa la seconda.
Si è cercato di raccontare una storia articolata e si è cercato di mettere il giocatore dinanzi a scelte difficili e importanti. Per poter fare questo era necessaria una certa dose di risorse in quest’ottica.

EG: Ho avuto il piacere di provare il tuo titolo più celebre: Dojo Kun. Da quel titolo ad oggi, come autore di giochi, quanto ti senti evoluto e come questa evoluzione ti aiutato in quest’ultimo lavoro?
RP: Penso e spero di essere evoluto parecchio. Molte cose che feci per Dojo-Kun non le avrei fatte o le farei in maniera diversa o viceversa. Molte scelte fatte per quel gioco sono figlie di una serie di considerazioni importanti e stringenti che non appaiono al giocatore.
Pongono l’autore davanti a dei colli di bottiglia dove una regola, piuttosto che un’altra, accontenterà qualcuno e scontenterà qualcun altro. E’ stato un gioco difficile Dojo Kun perché a causa dell’ambientazione è uscito fuori un ibrido ma non era il mio obiettivo. Il mio obiettivo era raccontare un’emozione.
Un’emozione che si vive in quel preciso contesto e per farlo ho dovuto fare delle scelte.

EG: In Cangaceiros quanto a tuo avviso è servito questo tuo studio dell’emozione e quanto ha influito nella tua scelta da parte di Ergo Ludo?
RP: Molto. Probabilmente hanno visto in me una persona che riusciva a creare della narrativa senza mettere testi di narrazione. Una narrativa emergente espressa solo tramite le meccaniche e il comportamento dei giocatori. Spero di esserci riuscito e spetterà ai giocatori giudicare il lavoro fatto.

EG: In chiusura, perché comprare Cangaceiros.
RP: Se vi piacciono i giochi stretti, dove la tensione è palpabile ed è possibile, perché no, giocare anche in modo sporco Cangaceiros potrebbe fare al caso vostro.
Si possono fare le cose “slerze” (ridiamo ndr) e si potrà vivere una tensione costante in cui, vedrete, inveirete sicuramente contro l’I.A. del gioco che tenterà di mettervi i bastoni tra le ruote.


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