Una partita a Nova Luna

Finalmente, dopo tanto tempo, sono riuscita a provare questo titolo di Rosenberg che avevo adocchiato alla Gobcon dell’anno scorso.
Ho sempre ammirato Rosenberg per la sua capacità di sfruttare le stesse meccaniche di gioco in tanti suoi progetti. Non è da meno questo Nova Luna, che con il suo movimento lunare non ci riporta altro che al niente po’ po’ di meno che…. Patchwork.
Non evidenzierò quelle che sono le regole di questo gioco perché già ampiamente esposte dal Cercatore di Perle e dal Puzzillo del Sud, delle quali vi rimando ai relativi link Perla LudicaGameplay Puzzillo del Sud , vorrei quindi raccontarvi le impressioni al tavolo in una partita in solitario ed un’altra in due giocatori.

L’unica variazione al setup per un giocatore, riguarda la divisione in due fasi della partita dove, nella prima, dovremmo cercare di piazzare i primi 8 gettoni mentre nella seconda i restanti 13, cercando di utilizzare il minor numero di tessere possibili.
Dalla lettura del regolamento alla fine della partite le impressioni su questo gioco sono cambiate completamente.
Sembrava un gioco banale e anche abbastanza facile ma, giocandolo, e in solitaria soprattutto, dove non c’è quasi per niente un ricambio delle tessere, il posizionamento delle stesse non è risultato per nulla immediato.
Non tutti gli obiettivi di una tessera sono sempre possibili realizzare, a volte occorre sacrificarne uno per posizionare una tessera in un altro posto che magari ce ne chiude 2. A volte il posizionamento di una tessera innesca un meccanismo a cascata che ci permette di posizionare più gettoni in sequenza.
Altra cosa da considerare è la programmazione delle azioni future: in questo gioco infatti, è molto importante pensare non solo alla tessera che stiamo prendendo nel momento presente ma, soprattutto, a quelle che verranno dopo dovendole incastrare tra quelle già davanti a noi.

L’esperienza di gioco in solitario è stata divertente ma in due mi ha soddisfatto maggiormente, sia per la maggiore interazione, spesso anche forzata, andando a togliere una tessera particolarmente succulenta per il nostro avversario ma poco utile per noi, e sia per il maggior ricambio di tessere in gioco.
Le partite scorrono veloci e il ritmo e sempre più incalzante perché si giunge al termine della partita sempre sul filo del rasoio e fino all’ultimo la sfida è sempre aperta.

La vera chicca del gioco, a mio avviso, è che i turni non sono sequenziali, ovvero la mossa tocca sempre al giocatore che si trova più indietro sulla ruota della luna; questo meccanismo permette, in un certo senso, un equilibrio del gioco dando modo di poter posizione 2 o più tessere, se si è particolarmente parsimoniosi nel prenderle, riuscendo a posizionare qualche gettone in più.
Ogni partita è una sfida sempre avvincente e stimolante perché il desiderio di non lasciare tessere incompiute è davvero forte, anche se è difficilissimo riuscirci. La chiave per la vittoria è una perfetta pianificazione delle mosse.

Il prezzo del gioco direi che è onesto ed in linea con la qualità dei componenti all’interno della scatola.

L’ennesimo gioco uguale a tanti altri di Rosenberg?
Forse, ma la tentazione di provarlo almeno una volta io non me la lascerei sfuggire e se è arrivato in finale allo Spiel des Jahres un motivo ci sarà! Complimenti alla DjamaGames per averlo portato in Italia, non sarà stato facile battere la concorrenza, specialmente per una piccola casa editrice.

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