Nemesis – Uscivano da tutte le pareti!!

Tutto ha avuto inizio in una notte buia e tempestosa!!!

Ero stato convocato poche settimane prima per una missione molto misteriosa.

E’ la mia prima esperienza, finora mi sono soltanto dedicato ad esercitazioni tattiche con i simulatori “provenienti dalla Germania“: piazzavo e spostavo cubetti e omini su una plancia per ricreare possibili scenari di vittoria.

Ignaro di quanto stesse per accadere, arrivo allo spazioporto e li che la vedo, per la prima volta, nella sua maestosa grandezza: NEMESIS, la nave più grande dell’intera flotta.

Sapevo (da racconti di altri miei colleghi) delle incredibili gesta che erano state compiute dai precedenti equipaggi e, per questo, mi apprestavo a salire a bordo, carico di speranze e fiero di dove ero arrivato.

La temperatura era vicino allo zero, tempesta, fulmini e vento mi accoglievano mentre incontravo i miei compagni di viaggio:

Uno scienziato, nella sedia a rotelle; avevo letto che era un luminare (forse un biologo, o qualcosa del genere) che aveva avuto un incidente nel suo laboratorio, dove eseguiva degli esperimenti “top secret”.

Un meccanico esperto: il migliore, dicevano, di tutta la flotta.

Il capitano: un uomo che mi era stato presentato come affidabile e valoroso (già al suo attivo, tante missioni)

Infine, Lei, l’esploratrice. Si è aggiunta, all’ultimo istante; la sua presenza, inizialmente, non era prevista sulla nave: “chi è veramente? Da dove viene? Perché non riesco a fidarmi di lei?“.

Dimenticavo, sulla nave c’era anche un’altra persona ma di lui ho poco da dire (e ora scoprirete il perché).

Accendiamo i motori, impostiamo la rotta e ci rechiamo nell’Hybernatorum e via nell’iperspazio: “almeno così immaginavo”.

Tutto accadde in un’istante.

Come in un incubo, dei peggiori, mi risveglio molto prima del dovuto: le nostre capsule sono aperte; tutti sono confusi, angosciati: “cosa è successo? Perché si sentono degli strani rumori attorno a noi?” e poi lo vedo: il cadavere del sesto componente del gruppo che giace avvolto in uno strano liquido, putrido, puzzolente; il corpo è già in decomposizione!

Siamo certi, a questo punto, che qualcosa (o qualcuno) ha sabotato la nostra missione e dobbiamo scoprire cosa è successo.

E’ qui che inizia davvero la mia pazzesca avventura.

Decidiamo di dividerci per esplorare la nave e cercare una soluzione (ci sono tante cose da verificare: il funzionamento dei motori, la rotta, le scorte di cibo e dei medicinali).

Io continuo ad avere una strana sensazione sull’esploratrice: “perché ha deciso di prendere il cadavere del povero ragazzo morto, cosa deve farne?

Decido di partire, per ultimo, voglio rimanere solo con lei, non mi fido e voglio sapere che intenzioni ha.

Alla fine, mi dice che deve controllare ancora alcune funzioni della sua tuta e mi spinge fuori dalla stanza.

Ho una paura pazzesca: non mi è mai capitata una situazione del genere; di solito, con i miei simulatori “German“, bastava leggere le regole, seguire le istruzioni e, alla fine, bene o male me la riuscivo a cavare.

Qui è tutto diverso, sento che non ho il controllo di quello che sto accadendo e come se tutto fosse mosso da un tiro di dadi, un lancio sfortunato e la situazione si può ribaltare a mio sfavore in un’istante.

Prendo coraggio e vado, ma, come immaginavo, la mia inesperienza rovina subito tutto: faccio tantissimo rumore ed è lì che la vedo arrivare per la prima volta.

Un essere mostruoso, maestoso nella sua terribile crudeltà. Alto quanto un palazzo di tre piani, pelle scura e liscia, una specie di becco al posto del viso, da cui esce un liquido viscoso.

Si muove verso di me a grande velocità.

Cerco di scappare verso altre stanze, riesco a sfuggire al mostro ma vengo colpito e ferito in modo grave.

Per fortuna, si chiudono le porte dietro me. Prendo fiato, mi fermo per qualche minuto, cerco di capire anche cosa stiamo facendo gli altri. Chissà se anche loro hanno vista questa creatura (sarà l’unica o ce ne saranno altre, mi chiedo).

Il tempo passa molto velocemente: io comincio a stare male.

Sono convinto che l’incontro con il mostro mi abbia provocato qualcosa. Ho una strana sensazione nel mio corpo come se fosse in atto un’intrusione.

Forse l’alieno è una matrice: mi ha iniettato qualche “schifezza” nel sangue: la ferita sta sanguinando ma non, alla vista, è un liquido giallo e viscido (come quello che abbiamo trovato sul cadavere nell’Hybernatorum).

Devo trovare l’infermeria e curarmi.

Ho sempre in testa quella sensazione di sfiducia verso l’esploratrice; dove sarà finita? Devo trovarla: voglio capirci di più.

Oramai sono determinato a risolvere il mistero.

Tuttavia, come temevo, l’incontro che ho fatto non era l’unico: altri esseri della stessa specie sono sulla nave. Sono grandi (non come il primo) ma molto pericolosi e famelici.

Mi ricongiungo con il capitano e il meccanico nella cabina di pilotaggio.

Sistemiamo la rotta verso la Terra (perché stavamo andando verso Venere??) e decidiamo nuovamente di dividerci.

Diamo vita a una battaglia senza fine contro i mostri. Ci assaltano da tutte le parti. Letteralmente …escono da tutte le pareti… siamo circondati. Incontriamo di nuovo, pure, quella che d’ora chiameremo “la Regina”.

Io continuo a essere colpito e ferito. Percepisco che il mio corpo sta cambiando, si sta trasformando (cosa ho dentro di me!?)

Finalmente, attraverso diversi pericoli, stanze danneggiate, fuoco che si propaga dappertutto (rumore, tanto rumore), arrivo all’infermeria.

Avevo ragione: faccio una scansione del mio corpo e scopro di essere stato infettato. Un essere orrendo si muove nel mio ventre e sta prendendo possesso di me.

Non ho alternative. Decido di curarmi da solo, con dolore indicibile, mi apro la pancia ed estraggo la larva del mostro, uccidendola con un colpo di fucile. Stremato e totalmente sfiduciato, decido che il mio obiettivo è uno solo: trovare l’esploratrice ed eliminarla. All’inizio avevo “una scelta”, salvarmi e tornare sulla Terra ma dopo la comparsa del primo alieno, i miei sospetti si sono fatti sempre più fitti e oramai non ho dubbi: lei deve essere la responsabile di tutto.

Scopro, infatti, che ha attivato il segnale di emergenza. Quale sarà il suo piano? Prima prende il cadavere del nostro compagno e ora attiva il segnale…cosa ci sarà sotto?

Mentre penso a come risolvere la mia missione “personale”, muovendovi nelle navi invasa da alieni e in fiamme, sento delle urla lontane: il meccanico!!!

Dove è finito? L’ultima volta che lo avevo visto aveva finalmente risolto i malfunzionamenti delle stanze e ora è scomparso. Ho come la sensazione che uno dei mostri che ho incontrato, avesse un aspetto diverso dagli altri (Oddio, forse il meccanico si è trasformato in uno di loro ed è passato dalla loro parte contro di noi).

Continuo a correre e a cercare gli altri membri dell’equipaggio ma temo che anche lo scienziato sia morto (ora comincio a capire, anche lui deve essere stato d’accordo con l’esploratrice; per questo si muovevano sempre insieme)

Doveva essere stato chiamato per studiare gli alieni e scoprire le loro caratteristiche. Era sempre in laboratorio a fare chissà quali torbidi esperimenti. Purtroppo, limitato com’era sulla sedie a rotelle, non avrà avuto vita facile con i mostri.

Ad un tratto, mi è tutto chiaro: raggiungo l’Hybernatorum e trovo l’esploratrice dentro la capsula; ha ancora, con sè, il cadavere. Cerco di aprire l’involucro ma è sigillata e lei sta già dormendo.

Sento un rumore, in lontananza. Si è attivata una capsula di salvataggio: IL CAPITANO!!! (Pure lui era d’accordo: riponevo tanta fiducia in quest’uomo e, invece, sono stato preso in giro anche da lui).

Io, l’ultimo arrivato, la recluta, senza esperienza. Dovevo capirlo prima che era tutto organizzato, che io era la vittima sacrificale dello sporco piano.

Sono solo oramai nell’immensità della nave; stanco, probabilmente infetto, deluso dagli altri e soprattutto da me stesso: “perché non mi sono fatto prima queste domande? Perché ho accettato di far parte della missione? Io non ho mai gradito questi gruppi di “American”, io ho sempre partecipato alle esercitazioni “German”: là ero nel mio mondo, ero al sicuro.

Oramai non ho più forze ma ho ancora una speranza di vincere la mia partita, devo attivare l’autodistruzione e poi scappare con la scialuppa di salvataggio…di certo l’esploratrice esploderà insieme al suo diabolico piano.

Inizio a correre, faccio tanto rumore, sono inseguito dagli alieni (li sento sempre più vicini), i loro versi sono spaventosi e orrendi: ne sono certo il meccanico è uno di loro.

Il mio unico obiettivo è uccidere l’esploratrice (l’ho capito subito, dalla prima volta che ci siamo visti, che ci avrebbe recato problemi).

Corro, sempre, più disperatamente; la nave sta virando per l’iperspazio e io morirò schiacciato dalla pazzesca accelerazione.

L’unica speranza è distruggere tutto e scappare….corro, corro, (aiuto, rumore sempre più forte): Aaarrgghhhh … FINE?

Diario di Bordo: il capitano 21.30.

Comunicazione alla base terrestre sulla Luna di Venere.

Tutto va come stabilito, l’equipaggio è stato formato secondo le vostre indicazioni. Ho dovuto inserire un soldato per non dare troppo nell’occhio; si tratta di una recluta alla sua prima missione: non dovrebbe darci problemi e poi, ho tutti gli strumenti per fargli fare quello che desidero. Il mio comando per lui è un ordine. Tra poco, andremo nell’iperspazio e ci iberneremo. Vorrei, però, ricevere qualche notizia in più sull’esploratrice. Non risultava nei nostri piani, si è aggiunta all’ultima istante. Dice di volere fare un’esperienza diversa. Ha avuto un’autorizzazione da parte di una corporation molto importante: non potevo fare altrimenti. Attendo un vostro resoconto. Passo e chiudo”.

Diario di Bordo: il capitano 01.15

Comunicazione alla base terrestre sulla Luna di Venere.

“Le vostre informazioni sono corrette. La missione è saltata e credo che sia colpa dello scienziato e dell’esploratrice. Ho scoperto tutto: é la fine, per tutti noi. Cercherò di scappare. Ho modificato la rotta della nave per portare la notizia sulla Terra e cercare di salvare l’umanità prima che si troppo tardi. Soltanto temo che la giovane recluta stiamo facendo un casino. Fin dall’inizio, ha creato solo problemi e ora l’ho sentito urlare <<Vi ucciderò tutti!>>. Raggiungo la capsula di salvataggio. Spero di rivederti presto: dite alla mia famiglia che li amo e che presto ci rincontreremo.

QUALCHE MESE PRIMA DELLA MISSIONE …

“Lei è sicura che ci porterà quello che vogliamo?”

Non ho mai fallito un compito, chi si affida a me, può stare certo di essere in ottime mani“.

“Bene, allora le è tutto chiaro? Devono essere vivi. Per essere sicuro che lei rispetti i piani, anche io sarò sulla nave, sotto falsa identità; nessuno ci farà domande, può starne sicura. Il dottore, qui accanto a me, farà parte della missione. Gli siamo grati. Se non fosse stato per lui, che ha voluto condividere, con noi, i piani dell’esercito galattico, adesso, non avremmo questa opportunità.  Lo aiuti, ovviamente, come vede, ha qualche … problemino … Mi scusi, dottore”.

No…non deve preoccuparsi … sono abituato a questi trattamenti. Quando ho avuto bisogno, i militari mi hanno abbandonato. Ora l’importante sono loro, le creature, dobbiamo recuperare quanti più campioni possibili e, magari, anche gli adulti vivi; io raggiungerò il laboratorio e mi metterò immediatamente all’opera. Il resto sarà compito vostro. Sarà la più grande scoperta dell’umanità e io…ne sono l’artefice“.

SULLA NAVE … LA FINE … 

Stazione, stazione…rispondete per favore: sono gli ultimi miei pensieri prima di morire, la nave sta partendo, gli alieni oramai mi hanno circondato; ho fallito, è finita per me. Chissà cosa accadrà agli altri, forse sarò ricordato per avere portato un mostro sulla Terra!“.

Ricordatevi io ho lottato fino alla fine, soltanto ora capisco che avrei dovuto dare retta a chi mi diceva: <<devi allenarti con gli American>>, basta con questi cubetti, omini, risorse di legno e plastica dei tuoi simulatori germanici“.

Questo per me è stato il vero battesimo del fuoco ma ora lasciatemi riposare, è tardi, voglio soltanto finire la mia partita!“.

QUESTO E’ IL RESOCONTO DI TUTTO QUANTO E’ REALMENTE ACCADUTO SULLA NEMESIS (raccolto dal diario del soldato che è salito da recluta ed è morto da coraggioso, cercando di salvare la Terra).

Ho trovato questo diario tra i relitti della nave che è precipitata pochi giorni fa sulla Terra.

Sono stato chiamato per risolvere il mistero.

Credo che il ragazzo avesse ragione: manca una capsula di salvataggio e nell’Hybernatorum, uno degli involucri sembra che sia stato manomesso prima dell’impatto. Non abbiamo trovato traccia delle strane creature di cui parlava ma, da alcuni giorni, arrivano delle strane segnalazioni di morti sospette e di persone che dicono di avere visto degli esseri mostruosi aggirarsi nella notte.

Spero che il ragazzo non sia morto invano: speriamo di non doverci trovare in un “LOCKDOWN”...MA QUESTA E’ UN’ALTRA STORIA.

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Questo è un resoconto ludico (romanzato ma non troppo) della mia prima esperienza a un american di peso massimo come Nemesis, gioco della Rebel studio, portato in Italia da Cranio Creations dell’autore polacco Adam Kwapinski.

Gioco che, come si vede anche dalle foto, prende tanto spazio e, come si evince dal racconto, prende tanto tempo.

Siamo membri di un equipaggio di una nave (vagamente ispirata alla nave Nostromo della saga di Alien) e dovremmo partecipare a una missione.

Ognuno di noi avrà un obiettivo personale, da scegliere tra i due iniziali, scelta che dovrà essere fatta all’arrivo del primo alieno; obiettivo che ciascun giocatore dovrà portare a termine unitamente a quello di gruppo ovvero evitare la prematura dipartita della nave o dell’equipaggio.

Un semi – cooperativo asimmetrico, con possibile traditore/i, basato su meccaniche di deck building e bag building, movimento su mappa e tanto tanto “scorrere” di dadi.

Il gioco, nonostante il regolamento molto disorganizzato e pieno di regolette ed eccezioni, si mostra, piuttosto, lineare.

Al proprio turno, si possono eseguire alcune azioni base (scartando una o due carte qualsiasi del mazzo di gioco), le azioni delle carte che formano la nostra mano nel turno e le azioni delle stanze che si vanno scoprendo durante la partita.

Le azioni sono molto tematizzate e fortemente coerenti con l’ambientazione fantahorror del gioco (muoversi, sparare, costruire o raccogliere oggetti, curarsi dalle infezioni, riparare malfunzionamenti, spegnere il fuoco ma anche attivare l’autodistruzione o cambiare la rotta della nave).

Nella seconda fase, dopo che tutti i giocatori avranno passato, agiscono gli alieni e si sviluppano vari eventi, tra cui, oltre ai combattimenti con gli intrusi, risolti con il classico tiro di dado, la propagazione del fuoco e la comparsa di altri esseri sulla nave.

Il gioco continua così, fintantoché o si muore malamente o la nave esplode o finisce il tempo di gioco (15 turni massimo).

A quel punto, i soli sopravvissuti potranno vedere se hanno raggiunto i loro obiettivi personali e, in caso affermativo, se non siano mortalmente infetti.

Quindi la vittoria può essere condivisa, di un singolo giocatore o di nessuno.

Meccaniche. In fin dei conti, semplici, ben amalgamate con l’ambientazione (vedi il meccanismo del rumore, gestito da un dado, che simula, molto bene, la tensione crescente per l’arrivo degli alieni).

Un’esperienza cinematografica: si vive davvero dentro il film di Alien, per cui passa in secondo piano la forte alea che pervade il gioco.

Quello che davvero conta è la sensazione di vivere un’avventura fantahorror proprio come Ripley in Alien.

Certamente, vista l’importante componente di metagioco, conta tantissimo il gruppo, sicuramente meglio se numeroso, appassionato di una certa cinematografica e in grado di immedesimarsi con il tema e l’ambientazione.

Per finire, di certo, —nello spazio, nessuno potrà sentirti urlare (cit.) ––, ma se giochi a Nemesis, non puoi che esultare per il divertimento.

Alla prossima, sempre che non scopro che l’alieno mi abbia infettato!!!!!!


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