Iwari: Un’alba dei tempi astratta

Bioma: Vasta regione del mondo caratterizzata da forme dominanti di piante e clima…e dalla mia ragazza.

Cari giocatori da tavolo, perdenti cronici, finanziatori di editori e racimolatori di frasi come “gioco per la gloria!” e “ma no, se perdo non rosico!” eccoci qui a parlare di un titolo che farà sicuramente ingolosire tutti gli appassionati di giochi astratti e perché no, avvicinare i vostri amici, fidanzate o genitori al boardgamesssssssssss!

Parliamo di Iwari, titolo del 2020 realizzato da Michael Schacht per Thundergryph Games ed edito in Italia da Gate on Games. Anche questo gioco, come tantissimi negli ultimi anni, è stato finanziato su Kickstarter ed ha visto lanciate sul mercato e a casa dei backer (non la famiglia di Boris eh?) una versione Deluxe oltre alla retail per i poveri di cui vi parlo in queste righe. Sì, sono povero.

In Iwari saremo una delle 5 tribù che dovranno esplorare un mondo primordiale formato da tundre, ghiacciai, tundre, foreste e deserti. Lo faremo amichevolmente, cioè senza combattere militarmente i nostri avversari ma semplicemente andando a piazzare tende e Totem, un po’ come si faceva nel ’68. Qui però siamo all’alba dei tempi e non era ancora stato creato Woodstock!

Il gioco è un astratto che vede, come meccanica principale, il controllo maggioranze. Lo fa tramite un sistema di carte, cosiddette Bioma, formato da cinque tipologie, ognuna delle quali rappresenta grazie al suo colore i territori sopra elencati. Nessuna scritta, dunque dipendenza dalla lingua assente e tre regolette da ricordare anzi: una!
Già, la regola d’oro come la chiamano sul piccolissimo regolamento (molto bello da vedere e da toccare). Ma andiamo con ordine.

Come mi ti accampo sull’erba del vicino.

Ad ogni giocatore viene consegnata una mano di tre carte e una serie di capanne e Totem del proprio colore (argomento che affronterò nelle conclusioni questo) e nel proprio turno questo potrà scegliere di giocare da 1 a 3 carte per piazzare da 1 a 2 pezzi (tra tende e totem) in un solo territorio a scelta.
Ovviamente questo territorio deve corrispondere al colore della carta giocata e questo piccolo riassunto che vi ho fatto corrisponde alla regola d’oro:

E’ possibile giocare un massimo di 3 carte, per piazzare un massimo di 2 pezzi in un solo territorio.

Tutto qui. Certo ci sono piccole eccezioni da ricordare:

  1. Quando si piazza una tenda in un territorio inesplorato se ne può piantare massimo una.
  2. Due carte dello stesso colore, se scartate, ci danno la possibilità di piazzare un pezzo su una regione di qualsiasi colore.
  3. Il numero di Totem massimo che possiamo piazzare in una regione è pari al numero di tende che ha piantato il giocatore che ne possiede la maggioranza in quella specifica regione dove vogliamo ingraziarci gli Dei.

That’s it!

Alla fine di ogni turno il giocatore potrà refillare la propria mano di tre carte bioma andando a scegliere tra le quattro esposte nel “mercato” o tra quelle coperte nel mazzo di pesca, a scelta. Quando questo mazzo sarà esaurito per la prima volta si andrà a fare il conteggio di metà viaggio. Qui giace il vero spartito tattico del titolo. Si andranno infatti a verificare le maggioranze di tutte le regioni e si andranno a distribuire i punteggio come sotto:

  1. Il primo classificato sarà il giocatore con la maggioranza di proprie tende nella regione. Questo riceverà 1 PV per ogni tenda (di qualsiasi colore) in quella regione
  2. Il secondo giocatore riceverà 1 PV per ogni tenda del colore del primo giocatore classificato.

A seguire faranno la stessa cosa gli altri classificati che prenderanno sempre PV in riferimento al giocatore che, come numero di proprie tende, li precede. I pareggi danno gli stessi punti a tutti i contendenti.
Fatto questo si rimescoleranno tutte le carte scartate a formare un nuovo mazzo e si ripeterà un round fino a nuovo esaurimento dello stesso. Dopodiché, il gioco finisce e si esegue il punteggio di fine viaggio. Di nuovo si calcoleranno le tende e finalmente la maggioranza di Totem piantati dalle varie Tribù. Ogni giocatore riceverà 1 PV per ogni Totem (di qualsiasi colore) solo se avrà la maggioranza in entrambi i territori che confinano con i collegamenti interessati dal punteggio. A seguire si verificheranno eventuali accampamenti, ovvero file di almeno quattro capanne senza interruzioni nei collegamenti, che forniranno 1 PV per capanna.

Come direbbe Teo di Recensioni Minute “A fine partita chi ha più punti è il vincitore!”. Ora potete rovesciare anche voi i Totem e sbragare le capanne!

Conclusioni.

Iwari è un titolo semplice nel suo regolamento. L’unico errore che si potrà commettere sarà quello di piazzare troppi Totem rispetto a quanti il regolamento conceda ma vedrete, vi basterà il colpo d’occhio di qualche partita. L’interazione è necessariamente alta perché pensare al proprio orticello mentre l’avversario si apparecchia tutti i Biomi non è contemplato. Dovrete mettere i bastoni fra le ruote e pensare che i punti (molti) li farete anche seguendo il migliore. I punti guadagnati dai Totem non saranno moltissimi anche perché possederne la maggioranza sarà impresa ardua. Bellissima la variante per 2 giocatori che vi permetterà di governare una terza fazione una volta a testa per turno, rischiando di far vincere proprio lei alla fine della partita. Il gioco ha una durata contenuta che consente di giocare anche più di una partita durante la serata. E’ tirato e scala bene in tutte le sue configurazioni… fino a 4 giocatori. Di seguito vi spiego il motivo.
Come scritto in precedenza posseggo la versione retail del prodotto e mi è praticamente impossibile giocare in 5 giocatori per un motivo molto semplice. I pezzi di due delle fazioni sono stati colorati in maniera pressoché uguale. Immagino per rappresentare le cinque colorazioni dei vari biomi (rosso, verde, blu, giallo e arancione) il problema è che questi colori, distinguibili (per un daltonico tipo mio padre ovviamente no) a fatica già sulla plancia e coadiuvati da simboli sulle carte, diventano praticamente identici sui vari pezzi da piazzare nelle due colorazioni giallo e arancione. Visto da qui sembra proprio un errore tecnico piuttosto grave. Nella versione Deluxe è stato inserito un sesto giocatore Viola (che comunque col rosso fa a cazzotti per chi ha problemi) ma comunque non mi sembra risolva il problema del quinto (o sesto) al tavolo. Personalmente l’ho trovata una scivolata che mi fa sempre un po’ arrabbiare quando guardo la mia scatola. Il gioco ha un prezzo attorno ai 45 euro e, seppur a fronte di materiali ottimi,  è un peccato che ci si perda in questi dettagli che poi in termini pratici così piccoli non sono. Resta comunque un titolo valido per un inizio o fine serata.

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Lo avete provato? Impressioni? Pure la vostra ragazza vi sfonda? Fateci sapere.