Recensione – Parma Calcio Manager
Taffarel, Apolloni, Grun, Brolin, Melli, Asprilla, Nevio Scala…
Quando sento parlare di Parma la mia mente vola a quei meravigliosi anni ’90 dove il calcio era fucina di sogni, gesti atletici, magia e bellezza.
Un calcio che, se confrontato con quello dei giorni nostri, nulla ha da spartire con la freddezza e il distacco che le vicende riguardanti soldi e scandali hanno imperversato negli ultimi anni, impregnando di staticità il cuore dei tifosi, che per certi versi sembra pulsare sempre meno nei confronti del mondo pallonaro.
Oggi ho il piacere di parlarvi di un giuoco (cit.per i più attenti) da tavolo nato da un concorso indetto dalla Tambù, editore che aiuta giovani autori a realizzare i propri sogni ludici.
Quanti di noi, almeno una volta, hanno sognato di realizzare il proprio gioco da tavolo? Ebbene i due autori Gianmario Marelli e Thien Duc Tien sono riusciti a realizzare questo sogno, grazie alla passione in comune e al corso di game designer indetto dalla Tambù stessa.
Qui potrete trovare un bellissimo racconto dell’autore stesso a riguardo della genesi del gioco. La supervisione del gioco è stata affidata a un nome illustre del mondo ludico: Spartaco Albertarelli, responsabile dello sviluppo della linea Risiko.
Calciomercato
Parma Calcio Manager è un card game con un pizzico di meccanica d’asta inserita proprio all’inizio del gioco, quando tutti i giocatori (da 2 a 6) dovranno effettuare le sei fasi di calciomercato.
Ad ogni fase verranno scoperte tante carte calciatore svincolato quanti sono i giocatori al tavolo. Utilizzando dei token valore i giocatori faranno delle puntate per accaparrarsi la possibilità di scegliere per primi il profilo più idoneo d’acquistare.
Ogni carta calciatore riporta le seguenti informazioni:
– Valore d’attacco
– Valore difesa
– Ruolo
– Fondo colorato dorato a indicare un giocatore top player.
La fase di calciomercato è di fondamentale importanza perché andremo a comporre il nostro mazzo squadra base formato da 8 giocatori uguali per tutti, con calciatori di diverso calibro che ci aiuteranno a vincere la partita.
Calcio d’inizio!
Una volta completato il nostro mazzo di 14 giocatori andremo a scegliere chi schierare in campo nei vari round di gioco e chi lasciare in panchina pronto ad entrare in campo per darci una mano.
A bordo campo siederanno solo tre calciatori mentre gli undici che scenderanno in campo formeranno il nostro mazzo di pesca e seguiremo le seguenti fasi:
– Mischiare il mazzo degli undici titolari
– Pescare le prime cinque carte a formare la nostra mano
– Lanciare il dado per decidere chi sarà il primo giocatore ad attaccare.
– Girare la carta evento che andrà a modificare le sorti dell’incontro.
A questo punto il giocatore attaccante dovrà scegliere due tra i cinque calciatori nella propria mano e quelli schierati in panchina. Dovrà piazzarli nella plancia “campo di gioco” e dovrà attendere la mossa del giocatore avversario che dovrà difendere facendo la stessa cosa.
Solo a quel punto, dopo aver osservato i valori difesa dell’avversario, dovrà decidere se lanciare il suo d12 oppure rinunciare all’attacco perdendo il possesso palla e passando alla sua fase difensiva.
Perché rinunciare all’attacco?
Una delle cose che ho più apprezzato in questo gioco è stata proprio questa fase che, nelle prime partite, avevo sottovalutato. Infatti nel momento in cui l’attaccante lancia il dado per superare la somma dei valori difensivi dei calciatori avversari, dovrà mettere in conto un autogol qualora questa condizione non sussistesse.
Subire un gol vuol dire poi catapultarsi in difesa per evitare di prenderne un altro e dunque rischiare di avere 2 turni a sfavore consecutivi. L’unico modo per evitare un gol per il difensore o un autogol per l’attaccante è quello di scartare un portiere dalla propria mano (se presente) o dalla panchina girandolo sul dorso.
Questo bonus che permette di salvarsi nei momenti di difficoltà…però è un unicum. Infatti il gioco mette a disposizione un solo portiere per team nel set delle otto carte base e un solo portiere svincolato che solo un allenatore avrà la fortuna di possedere in squadra.
Una volta risolto il round di azione il giocatore che subisce il gol o chi difende nel caso il gol non venga segnato, deve procedere con la seguente azione:
– Scartare una carta dell’avversario dal tabellone di gioco. Dovrà essere una di quelle giocate dalla mano.
– Fare lo stesso per sé stesso scegliendo tra quelle giocate sempre dalla mano.
Questo perché gli eventuali giocatori subentrati dalla panchina torneranno nella stessa ma a faccia in giù, quindi non potranno più essere utilizzati. Fatto questo ogni giocatore riporta la propria mano di carte a 5 e gira il proprio token attacco/difesa.
Il gioco procede con un numero variabili di round fino a che non si presenta una delle seguenti condizioni:
– Uno dei giocatori finisce tutte le 14 carte del proprio mazzo
– Esaurisce il mazzo eventi.
L’imprevedibilità del Dio pallone.
Proprio questo mazzo è la vera variante impazzita del gioco. Ogni carta porterà cambiamenti a round, alla mano dei giocatori, alla possibilità d’integrare i mazzi e tante altre azioni possibili. Sposta gli equilibri anche quando ci si sente perduti, magari facendo giocare il nostro avversario con una sola carta piuttosto che due! Insomma, un bellissimo modo di creare del realismo a tavola.
Triplice fischio!
Il gioco si presenta come un entry-level di tutto rispetto ma soprattutto nulla ha da invidiare a tanti altri card game a tema soccer. Al contrario, si tratta di un buon prodotto che scala bene in tutte le sue forme al tavolo. In due giocatori infatti è prevista un’unica sfida andata/ritorno mentre dai 3 allenatori in su un vero e proprio campionato. Il gioco fornisce ben tre plance per giocare le partite in contemporanea e ridurre sensibilmente la durata di una partita con più giocatori. Fattore che a parer mio è uno di quei tanti piccoli tasselli che aumentano la sensazione di avere tra le mani un prodotto coerente con ciò che si vuole offrire al pubblico: semplicità, immediatezza e realismo.
Gli aspetti che mi hanno convinto meno sono i componenti, la longevità e il rapporto con il prezzo. I primi infatti, trattandosi di un gioco di carte, non sembrano essere pronti ad affrontare una vita troppo lunga. Imbustarle sembra essere un passo d’obbligo se le si vuole mantenere integre. Per quanto riguarda il discorso “quanta voglia di rigiocarci avrete beh, molto onestamente devo dire che il gioco manca un po’ di quel quid che lo rende appetibile spesso e volentieri. Sicuramente i ragazzi più giovani troveranno una bella porta d’ingresso a giochi di diverso spessore anche passando attraverso questo ed è comunque un bel pro. Il rapporto con il prezzo sembra essere un discorso un pochino a parte dato il prezziario di tutto il catalogo Tambù. Non entro nel merito delle spese di produzione di un gioco, non ne conosco i dettagli ma paragonandolo a fratelli maggiori e ben più blasonati beh, il prezzo al pubblico sembra essere decisamente altino. Non so se influisce il blasone della squadra che porta il nome del gioco ma a parer mio qualche eurino in meno donerebbe più appeal.
“…ed è golllllleeeeeeee! “
Da buon nostalgico non potevo non citare Pizzul. Un sentito omaggio alla voce che per quelli della mia generazione ha significato calcio per tutti gli anni ’90 e quel portiere croce e delizia per noi tutti, italiani di Usa ’94, e tifosi del Parma: Taffarel!
Parma Calcio Manager è acquistabile direttamente sul sito Tambù a questo link.
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