Ziggurat – Tra salite e discese si prova il primo legacy
Introduzione
La ziggurat giace dimenticata da generazioni. La sua struttura, un tempo maestosa, ora mostra le crepe del tempo: pietre sgretolate, angoli crollati, e un lato interamente avvolto da rampicanti selvatici. I colori vividi che la decoravano sono ormai solo un ricordo, scoloriti dalle intemperie e dal passaggio delle stagioni. Il villaggio che un tempo brulicava attorno a lei è ormai deserto, abbandonato dai suoi abitanti. Eppure, nelle viscere della costruzione, qualcosa si muove. Un’energia sopita sta tornando… qualcosa sta per risvegliarsi.
Un legacy è una tipologia di gioco che finora non avevo avuto il coraggio di prendere, perché non abbiamo un gruppo di gioco fisso. Allora, perché abbiamo scelto questo titolo? In primis, perché è un introduttivo family, e finalmente con i miei ragazzi oramai abbastanza grandi possiamo definirci un gruppo di gioco fisso!
✎: Matt Leacock e Rob Daviau
🔩: Asmodee italia
🎨: Cory Godbey
👌8+
⏳:45’
🐾: 2-4
💬 dipendente dalla lingua
👁️: ok per daltonici
Come si presenta
In una scatola molto più compatta di quel che sembra, troveremo molto materiale, che dovremo assemblare in corso d’opera. Appena apriamo la scatola verremo subito rapiti dai componenti del “tabellone” (cioè la ziggurat) fortunatamente già assemblati in più piani che ci limiteremo a sovrapporre. Abbiamo poi 6 buste chiuse che servono a nascondere i nuovi componenti e regole che pian piano andremo a scoprire progredendo con gli scenari. Abbiamo poi a disposizione un numero notevole di personaggi tra cui scegliere e 4 plance giocatore su cui annoteremo le caratteristiche del personaggio e attaccheremo adesivi-abilità conquistati durante il gioco.
Abbiamo poi i token degli spiriti di fuoco, in cartoncino, in 4 colori diversi ma contrassegnati dalle iniziali per aiutare i daltonici. Un mazzo di carte azione completa la dotazione iniziale. E naturalmente non manca il regolamento, pieno si spazi vuoti su cui incolleremo le nuove regole che verranno introdotte andando avanti nel gioco.
Materiali: molto buoni e resistenti, il cartoncino è spesso e solido, le carte non sono telate, ma comunque abbastanza corpose e resistenti, tanto che non abbiamo sentito l’esigenza di proteggerle per forza.
Il colpo d’occhio non delude grade alla tridimensionalità della ziggurat!
Il gioco nel dettaglio
Ziggurat è un cooperativo legacy con una alta dose di alea nella pesca delle carte, e che per questo rientra nel segmento degli introduttivi e dei family game. La meccanica iniziale è veramente molto semplice e lineare, ma nonostante la semplicità, le regole aprono la possibilità di una profondità di gioco non banale.
Una volta “setuppato” il gioco, cosa che è abbastanza veloce, l’intavolamento rimarrà sempre piuttosto veloce, nonostante l’introduzione di nuove regole. Ciascun giocatore sceglierà il proprio personaggio al quale darà un nome, e lo metterà nella propria casella di partenza. Poi si mescoleranno le carte del mazzo azione (mazzo che si andrà accrescendo nel corso delle partite). Si distribuisce una carta a ciascun giocatore, che la collocherà scoperta davanti a sé, o e si può iniziare a giocare! Osservando e valutando le carte disponibili sul tavolo, i giocatori potranno ogni volta stabilire l’ordine di turno in modo da ottimizzare le azioni e cercare di prevenire effetti sgradevoli.
Ogni carta descrive effetti che dovranno essere attivati obbligatoriamente: solitamente muoveremo un personaggio particolare o anche tutti i personaggi di certo numero di caselle – naturalmente sceglieremo la direzione del movimento in piena libertà – e poi genereremo uno spirito di fuoco, o muoveremo quelli già presenti sulla plancia. Ogni volta che un personaggio termina su una casella che presenta scale/scivoli, dovremo farlo salire/scendere di livello. Allo stesso modo, anche gli spiriti di fuoco verranno influenzati dalle caselle. Sia personaggi che spiriti di fuoco potrebbero poi trovarsi a finire in qualche pozzo, caselle che son letteralmente bucate e così terminare la loro avventura.
La condizione di vittoria è per ogni livello sempre la stessa: portare tutti i personaggi sulla cima della ziggurat, in alcuni casi portando con sé delle risorse o oggetti particolari. Ma per farlo dovremo evitare di cascare in qualche pozzo o di venire a contatto con qualche spirito di fuoco. Se poi dovesse capitare che uno spirito di fuoco arrivi alla sommità della ziggurat saremo automaticamente sconfitti.
Già dopo aver vinto il primo scenario ed aperta la seconda busta, il gioco cambierà sensibilmente, sia quanto alle regole, sia grazie all’introduzione di nuove componenti e pezzi di tabellone. Nonostante la velocità del setup e la facilità di introduzione, questi elementi cambiano il gioco in maniera spesso incisiva, con il risultato che, per quanto la linearità e la semplicità delle meccaniche resti inalterata, si introdurranno sempre nuove sorprese, aprendo sviluppi nuovi e impensati.
Ogni capitolo con le sue introduzioni cambierà il nostro approccio al gioco e quindi le strategie per arrivare in cima e sentiremo una tensione crescente grazie all’intricarsi delle condizioni inserite.
Considerazioni
Ziggurat è un legacy concepito come introduttivo: sotto questo punto di vista fa benissimo il suo lavoro, poiché nonostante la semplicità ci regala non poche sorprese, e partite più difficili da gestire di quanto non si possa pensare ad una prima lettura del regolamento.

La curva di apprendimento è velocissima ed è fondamentale il gioco di squadra, perché la pesca casuale delle carte potrà veramente far volgere i turni a nostro favore, o a nostro danno, e solo con una strategia adeguatamente concepita insieme, potremo cercar di parare i colpi della “malasorte” ottenendo il miglior risultato possibile in ciascun momento.
Molto carino il fatto che con il variare degli scenari, i personaggi conquisteranno via via nuovi appellativi, ispirati a qualche evento “memorabile” nella storia del gioco (il primo a bruciarsi, il primo a giungere in cima, etc…). e naturalmente dato il fattore aleatorio, ci troveremo spesso ad ottenere l’appellativo che non volevamo, senza riuscire invece a conquistare il primato a cui ambivamo. E questo potrebbe anche inserire un piccolo elemento di rivalità fra i giocatori, nel contesto della loro comune battaglia contro il gioco. Una sfida nella sfida
Il gioco come detto si arricchisce man mano, e diventa sempre più corposo senza cambiare in maniera sostanziale la meccanica di base. Naturalmente la scelta iniziale fra i dodici personaggi sarà molto vincolante. Una volta scelto il nostro eroe, dovremo continuare ad utilizzare sempre lo stesso. Vero è anche che la scelta fra i personaggi sarà del tutto estetica, perché nessuno dei personaggi presenta una chiara caratterizzazione, e la loro identità si verrà definendo nel corso del gioco, man mano grazie agli appellativi conquistati e agli equipaggiamenti che nei diversi turni riusciremo ad ottenere.
La tridimensionalità del gioco ci regala una scenografia perfetta e ci aiuta ad immergerci nel gioco però in quanto ad ergonomia rende difficile poter vedere chiaramente le caselle dietro al nostro piano perciò ci troveremo spesso a giocarlo in piedi girando intorno alla ziggurat per poter verificare gli ostacoli che potremmo incontrare.
La possibilità di rigiocare capitoli già vinti mantenendo i contenuti sbloccati in gioco permette una certa longevità anche dopo aver concluso l’esperienza legacy
Giocare a Ziggurat mi ha messo un po’ sotto pressione: il fatto di dover modificare in maniera permanente i componenti e il piano di gioco, non è cosa che ho fatto senza una punta di rimorso, abituata come sono a venerare il gioco intonso, a cercare di non rovinare nulla… il fatto di dover agire sui materiali, scrivendo, appiccicando adesivi mi ha permesso di superare un grosso scoglio mentale. Forse il grande pregio dei legacy è proprio questo, riportarci a giocare come facevamo da bambini, senza troppe valutazioni economiche e paranoie, gustarci il gioco fino in fondo accada quel che accada! E poi scoprendo che continueremo a giocarci lo stesso, anche se non è più immacolato ed intatto.
Pro:
☝gioco veloce
☝regole lineari e meccanica semplice
☝sorprese costanti
Contro:
👇mettere mano ai componenti
👇alea poco controllabile
👇poca ergonomia