Fuori dal tunnel dell’hype #9. I Pocket Games di Helvetiq.

Ho lasciato che passassero un paio di settimane senza darti notizie da qua fuori, dove viviamo noi che non siamo benedetti dalle lampade alogene dell’hype, ma l’ho fatto per un buon motivo. Per l’articolo di oggi avevo bisogno di un sacco di tempo, perché i giochi da provare non erano i soliti 4 o 5, raramente 6, delle altre volte. Stavolta erano undici. Anzi, PORCA-VACCA-UNDICI.

A proposito, sodali di Boardgame Italia, la prossima volta che butto lì idee come questa lanciandomi in psicopaticissime proposte di articoli fiume dedicati a intere collane di giochi, fatemi un piacere, staccatemi l’account. Non lo vedrei come un sopruso, ma come un atto di compassione.

Ora, però, visto che per stavolta ormai il danno è fatto, veniamo all’argomento di oggi.

All’ultima Play ho visto per la prima volta, allo stand di Studio Supernova, un espositore contenente delle piccole, graziose scatoline miste, colorate con tenui tinte pastello, in grande quantità. Sul momento, al ritorno in fiera dopo l’astinenza forzata, la mia attenzione è stata rapidamente attirata da altro. Ma ormai il seme era piantato, e la curiosità era stata attivata. Si trattava solo di attendere che germogliasse. 

Le scatoline in questione, ho poi scoperto, sono giochi prodotti da un attivissimo editore svizzero, Helvetiq, e ne costituiscono la linea Pocket Games (nominati anche Games to go nei flyer all’interno delle scatole), pubblicati a partire dal 2016. Sono tutti giochi in scatole di dimensioni estremamente contenute (tipicamente le carte sono 45×90 mm), hanno sempre lo stesso costo (che è il più economico tra le varie linee dell’editore, costando 15 franchi svizzeri, poco meno di 10 euro da noi) e contengono giochi molto veloci (si aggirano tutti sui 15-20 minuti a partita) e rivolti a un pubblico estremamente vasto, essendo giocabili a partire dai 6 anni (a mio modo di vedere anche meno, con la guida di un adulto). Il target ideale di questi prodotti è infatti senza dubbio quella galassia composta dai più giovani (e lo si vede anche da colori, illustrazioni e temi) e da adulti non giocatori. Le meccaniche sono classiche, immediate, e tuttavia gradevoli anche per adulti, al punto che diversi di questi giochi saranno graditi anche dai giocatori più navigati.

Preso da improvvisa follia e incontrollato furore collezionistico (pugno levato al cielo) ho finito per procurarmeli tutti (è datato poco più di un mese fa il mio primo messaggio ad altri autori del blog in cui dicevo che avevo intenzione di fare un articolo solo su “alcuni” giochi Helvetiq…), e quindi ecco qua. Li ho testati tutti quanti con non-giocatori, per potervi dare sia le impressioni del cacciatore di cinghiali sia del cercatore di farfalle. Attenzione, a fine articolo riporto i nomi dei giochi con numero di giocatori e durata. Ma iniziamo senz’altro.

Nota: la numerazione dei singoli giochi segue quella della mia pagina instagram, @giocatorefuorimoda, dove puoi trovare più scarne e veloci presentazioni singole. Se incontri la scritta #NEW#, vuol dire che al momento della pubblicazione sul blog questi giochi non sono ancora stati postati su instagram.


#NEW# – Bandido

Primo nato nella collana Pocket Games e grande successo di vendite, Bandido è stato pubblicato nel 2016 ed è opera di Martin Nedergard Andersen (autore anche di Hippo e Bandida), illustrato da Odile Sageat e Lucas Guidetti Perez. Occupa nella famiglia il ruolo di gateway al mondo dei solitari e dei cooperativi, e lo fa egregiamente, permettendo, a chi al massimo ha giocato a briscola e conosce i giochi di carte solo scontro, di familiarizzare con la meccanica della cooperazione per un obiettivo comune.

Il tema del gioco è presto detto: il malvivente Bandido vuole evadere dal carcere, e cercherà in ogni modo una via per riuscirci. I giocatori glielo devono impedire, concordando le mosse per intrappolarlo in un dedalo senza uscita. In questo modo: una tessera con la cella di Bandido viene posta al centro di un tavolo possibilmente piuttosto spazioso. I giocatori hanno tre carte a testa raffiguranti tratti di tunnel, incroci e vie cieche. Ogni turno devono giocare una carta e formare un labirinto partendo dalla cella, che deve in qualche modo chiudersi o ricondurre alla stessa cella. Se riescono a chiudere ogni uscita, hanno vinto. Se finisce il mazzo senza che ci siano riusciti, Bandido sarà rapidamente in Messico a bere tequila nudo e ubriaco comelammerda a qualche fiera di paese.

Gioco che si spiega in 8 secondi, ma che difficilmente si chiude altrettanto rapidamente. I giocatori più giovani o alle prime armi possono affrontare le meccaniche cooperative concentrandosi su queste avendo poche regole a cui pensare, tuttavia il sistema non è facile da sconfiggere.

Curiosità: in diversi giochi della collana si propongono modi creativi di determinare il primo giocatore. Nei primi, tra cui questo, purtroppo, si sceglie banalmente il più giovane. Ti invito a non piegarti alla dittatura della banalità e a dar sfogo alla fantasia, asserendo con invidiabile faccia di palta che il regolamento dice proprio esplicitamente che deve iniziare chi ha la camera da letto più piccola, chi indossa una maschera, chi tende a non pagare la propria parte di conto al ristorante o qualsiasi altra soluzione che richiami il tema della prigione o del mariuolo.


#NEW# – Forest

Gioco del 2017 di Leo Colovini e Fabio Visintìn, illustrato da Sarah Bourquin e Lucas Guidetti, Forest è, tra i “giochi in scatolina” Helvetiq, uno di quelli dalla meccanica più classica e al contempo dall’estetica più originale, al punto che l’estetica diventa in qualche modo essa stessa meccanica.

Se, infatti, in ogni turno si mette in gioco una carta e l’obiettivo è semplicemente accaparrarsi il numero maggiore di carte, e per farlo si prendono carte dal piano di gioco quando si raggiungono 7 soggetti dello stesso tipo di creatura fatata (fate, babbi natale, gufi e ranocchi), ecco che il fatto che queste creature si possano presentare in numero da 0 a 4 nel bel mezzo di una foresta, mischiate ad alberi e ad altre creature solamente decorative ma comunque ispirate alle fiabe, su carte che possono essere disposte a creare un bosco sia verticalmente (tronchi degli alberi) che orizzontalmente (chiome), ecco, non credo di averlo mai visto prima in un gioco, e richiede oltre al classico push your luck (che poi non è proprio solo luck) un gran bel colpo d’occhio.

La meccanica, vista in molti altri, è tale per cui sia più divertente, anche se meno controllabile, con l’aumento del numero di giocatori. Via via che cala il controllo, e al contempo si rendono necessarie doti di freschezza visiva e schemi mentali meno rodati e “incrostati”, ecco che i più giovani diventano via via più competitivi e si divertiranno a spaccarti male.

Curiosità: anche qui inizia il più giovane. Anche qui consiglio varianti. Chi per ultimo si è perso in un bosco, o ha ricevuto qualcosa di gran pregio da Babbo Natale, o ancora l’ultimo che si è vestito da fata, potrebbero essere buone soluzioni.


#NEW# – GoTown

GoTown, pubblicato nel 2017, è opera di Morten e Alexander Bonavent, illustrato da Michelle Reymond.

Giocabile da 2-4 giocatori in venti minuti, in questo gioco si misurano dei palazzinari scorretti che puntano ad edificare per primi un palazzo di cinque piani (con ogni piano composto da due carte), scambiandosi ogni genere di nefandezze: dal furto di progetti dalla mano fino al boicottaggio tramite martello pneumatico e palla da demolizione (ma attenzione, senza Miley Cyrus) fino al furto di intere stanze trafugate nottetempo (chi non ha mai rubato una stanza, in fondo) con tanto di corruzione del cane da guardia tramite osso, o al rallentamento dei lavori offrendo frappé e dolci agli operai arruolati dagli avversari (anche qui, capita ogni giorno… dì la verità che non sai più dove mettere le merendine).

Sia come sia, non ti arrenderai a una tematica bizzarra, e forte di una sospensione di incredulità forgiata da anni di film hollywoodiani che ti permettono di sopportare senza battere ciglio anche gli Spider Man paralleli, riuscirai a concentrarti sul gioco, perché non importa se non ha alcun senso, una bastardata è sempre una bastardata. E bastardata dopo l’altra in ogni modo i lavori proseguono fino a quando un giocatore completa il quinto piano, in un gioco estremamente interattivo e cattivo, da somministrare con cautela ai nuovi giocatori, se non con buona sicurezza sulle loro reazioni.

Curiosità: anche qui non è specificato chi debba essere il primo giocatore. E anche qui consiglio comunque una scelta assurdamente deliziosa. Richiedere come prerequisito aver ristrutturato casa, dato un osso al cane o aver cantato nudi su una palla da demolizione, sono tutti buoni spunti.


#NEW# – Hippo

Eccoci arrivati a Hippo, di Martin Nedergaard Andersen, disegnato da Sarah Bourquin e pubblicato nel 2017, che impegnerà per 15 minuti da 2 a 4 giocatori. Cominciamo col dire che Hippo ha una caratteristica unica tra i giochi della serie: non è un gioco di carte. Nella solita adorabile scatolina troverai infatti dadi, piani di gioco, salvagente fustellati.

Dovrai essere il primo a gettare tutti i tuoi salvagente nella piscina da 12 corsie di Mr. Hippo, un ippopotamo che ha fallito il casting di BayWatch e pare decisamente più tranquillo dei suoi omologhi selvatici. Per ottenere questo risultato dovrai tirare tre dadi, e potrai poi posizionare fino a tre salvagente in tre corsie diverse, oppure sommando il valore ottenuto con due o più dadi avrai la possibilità di lanciare un numero minore di salvagenti in corsie dal numero più alto.

Il problema è che ogni corsia di valore può contenere solo 2 o 3 salvagente e, quando si supera questo numero, se il primo è di un colore diverso da quello appena lanciato, va tolto e dato al legittimo proprietario, se invece è dello stesso colore il proprietario deve prendere tutta la fila (inclusi quelli di altri colori).

In due giocatori è un gioco molto semplice, adatto soprattutto ai più piccoli (unica competenza necessaria sono le addizioni, per poter godere dell’unica vera scelta del gioco, ovvero decidere se e come sommare i valori dei dadi), ma in quattro diventa davvero carino e cattivo.

Curiosità: qui inizia chi fa il punteggio più alto tirando un dado. Ma io e te sappiamo bene che dirai una insindacabile stronzata, tipo che inizia sempre e solo l’ultimo che ha fatto almeno una vasca a stile ippopotamo ruggente, e nessuno potrà rubarti l’agognata pole position.


#NEW# – Kariba

Uno dei nomi più famosi nel mondo dei game designer è senza dubbio l’arcinoto dr. Reiner Knizia, autore di roba come Tigris & Euphrates, Lost Cities, Botswana, Through the desert, Samurai, Keltis, Ingenious… oltre a questo simpatico Kariba, disegnato da Felix Kindelán.

Pubblicato per la prima volta nel 2010 (in una versione con una volumetria almeno dodici volte superiore), Kariba è un gioco da un quarto d’ora a partita per 2-4 giocatori in cui una folta schiera di animali selvatici africani (topi, suricati, zebre, giraffe, struzzi, ghepardi, rinoceronti ed elefanti) si avvicinano a una pozza d’acqua per abbeverarsi e, quando formano un branco sufficientemente nutrito, scacciano gli animali più piccoli (tranne il topo, che può scacciare solo gli elefanti). Il gioco funziona così: a turno, i giocatori possono giocare da 1 a 5 carte uguali nel lato della pozza corrispondente all’animale prescelto. Se con queste carte il totale degli animali di quel tipo in gioco arriva o supera le tre unità, il branco scaccia tutto il branco di animali presente alla pozza con il valore immediatamente più basso, e il giocatore cattura quelle carte. A fine partita, vince chi ne ha catturate di più.

Come tutti gli altri “giochi in scatolina” della Helvetiq, anche questo è un gioco molto semplice e veloce, adatto a tutti, con requisiti di competenza molto limitati e per questo adatto anche ai bambini. Tuttavia si sente il game designer navigato, perché con meccaniche semplici e pulite nonché straviste, produce un gioco stronzo il giusto.

Curiosità: anche qui non è specificato chi debba essere il primo giocatore. Il mio consiglio è puntare sull’ultimo che è stato in Africa, che ha mangiato una cotoletta “orecchio di elefante”, che ha indossato mutande leopardate o che, ricoperto di piume, ha sconfitto uno struzzo nella corsa.


#NEW# – Winston

Winston è un gioco del 2018 di Anja Wrede e Christoph Cantzler (riedizione di un vecchio gioco del 2006 con tema diverso), illustrato da Felix Kindelán. Come per tutti gli altri parliamo di un gioco breve (un quarto d’ora), in questo caso per 2-6 giocatori (l’unico della serie che possa tenere 6 persone).

Lo scopo del gioco è guadagnare punti “assemblando” (ovvero allungando i corpi e poi mettendoci la testa) bassotti (che sono di sei tipi, diversi per il bizzarro abbigliamento, tipo astronauta, investigatore, pompiere…) sempre più lunghi, considerando che due pezzi più la testa valgono 1+2 punti, il terzo pezzo vale 3 punti addizionali, il quarto ne vale 4 e così via. Occorre quindi cercare di allungarli il più possibile, facendo attenzione a non farceli però scippare dagli avversari.

Oltre alle tipiche carte strette e lunghe (45×90) della Helvetiq, nella scatolina troviamo due grossi meeple lignei, uno a forma di osso (che va all’ultimo che riesce a chiudere il bassotto più lungo della partita e vale 6 punti) e uno tipo cacca (dalla tipica forma a tortina dei fumetti di Arale e che vale da solo il prezzo del gioco) che va all’ultimo che realizza il bassotto più corto e assegna un malus di 6 punti.

Gradevolissimo per i più piccoli e gli occasionali, potrebbe risultare un po’ elementare per il giocatore navigato, ma anche in virtù dei bei disegni attira al tavolo. Alle mie cavie è risultato uno dei preferiti.

Curiosità: stavolta il regolamento ci indirizza a determinare il primo giocatore: sarà quello col nome più lungo. Ci sta, dai.


#NEW# – Kawaii

Gioco che richiede colpo d’occhio e velocità, Kawaii (termine giapponese traducibile come “carino”) è un gioco da un quarto d’ora per 3-5 giocatori, uscito nel 2019, opera di Marc Antoine Hofmann e Ismaël Perrin, illustrato da Noëlle Zweiacker e dal solito Felix Kindelán.

Ogni giocatore ha una dotazione di due cuoricini di legno (carini) e due carte che determinano il suo gelato preferito per colore e forma. Le 55 carte gelato (incluse le carte bonus “ciliegina” e malus “gelateria chiusa”) vengono divise equamente tra i giocatori e tenute in un mazzetto a faccia in giù davanti a ciascun giocatore. Al proprio turno il giocatore gira una carta davanti a sé, e ogni giocatore può – in qualunque momento – interrompere il gioco dicendo «kawaii» e prendendo in mano tutte le carte davanti a un singolo giocatore, al quale deve però consegnare uno dei suoi cuoricini (che va invece scartato se un giocatore prende le carte davanti a se stesso). La manche termina finite le carte o i cuoricini. I gelati danno un punto per ogni forma e colore preferito, più bonus e malus. La partita completa si compone di tre manche.

Gioco molto semplice, dalle meccaniche e combo di punteggio veramente elementari, reso però interessante dalla necessità di agire in velocità – che cozza inevitabilmente con la necessità di ponderare l’utilizzo dei soli due cuoricini a disposizione.

Curiosità: anche qui l’autore ci viene in soccorso, informando che sarà l’ultimo ad aver mangiato un gelato a iniziare il gioco.


#NEW# – Misty

Misty è un gioco del 2019, ideato da Florian Fay e disegnato da Felix Kindelán, e ha uno dei temi più originali, e al contempo più simpatici, che mi sia mai capitato di incontrare in un gioco da tavolo. Immagina una giornata di tardo autunno, inizio inverno. Freddo, nebbia, fuori minaccia di gelare, in casa hai invece un bel tepore. Ma ti stai annoiando guardando fuori dalla finestra, e mentre la nebbia accorcia la profondità di campo, non ti resta che ingannare il tempo facendo disegnini col dito sul vetro appannato. E no, inspiegabilmente non stai disegnando dei cazzetti, non stavolta. Ma palloncini, facce che ridono, casette e palloncini, fiori e strani mostriciattoli, che prendono vita sulla tua finestra.

Il gioco funziona con la più classica meccanica del draft: peschi sei carte, ne scegli una e fai passare le restanti, fino a quando ne hai sei. Poi altre sei carte e via, fino a quando ne hai 12. Con queste carte devi costruire una finestra di 3×4 o 4×3, poi inizi a muovere i disegni secondo le frecce riportate in basso: i disegni che escono dalla finestra vengono eliminati, quelli che si sovrappongono valgono 0, i mostri mangiano i fiori. Le carte che restano visibili valgono 1 punto, due smile affiancati valgono 3. Chi fa più punti vince.

Curiosità: Un gioco in cui la meccanica del draft è pulita ed essenziale, e permette di introdurre i titoli più famosi che la utilizzano con un gioco alla portata di tutti. Ma attenzione: scegliere le 12 carte in modo da poter ottenere una finestra in grado di dare il miglior punteggio possibile è tutto fuorché una passeggiata, occorre immaginare tutta la vetrata già durante il draft.

Nota: essendo il draft una meccanica ad azione simultanea, non è specificato un primo giocatore. Se vuoi un metodo per scegliere il mazziere, potrebbe essere l’ultimo che ha disegnato qualcosa su un vetro appannato. Ma non vale la minchietta.


#NEW# – Bandida

Nuova versione aggiornata e ampliata di Bandido, Bandida è uscito nel 2020 ad opera di Martin Nedergard Andersen (come il precedente), con i disegni degli stessi illustratori.

Come in Bandido, anche qui i giocatori devono cooperare. Si parte con la tessera con la cella di Bandida al centro del tavolo, e i giocatori con tre carte a testa. Durante il loro turno devono giocarne una a formare i soliti tunnel, partendo dalla cella. A differenza del predecessore, però in Bandida abbiamo anche una decina di carte che possono aiutare o complicare la vita ai giocatori. Inoltre ci sono tre diverse modalità di gioco: la prima è la stessa di Bandido, in cui i giocatori devono chiudere tutti i tunnel per impedire alla malvivente di fuggire. Nella seconda si introduce una carta, la scala: si dovranno chiudere tutti i tunnel tranne uno che arriverà alla scala e permetterà a Bandida di fuggire. Nella terza (e più interessante), dal titolo “La fuga degli innamorati”, occorre la carta speciale con la cella di Bandido (unico motivo per cui avere entrambi i giochi, morbo del collezionista a parte), che entrerà in gioco mischiata al mazzo: ora saranno due i malviventi i cui tunnel devono condurre alla scala.

Il gioco ha più varianti ed elementi di cui tenere conto rispetto a Bandido, senza tuttavia complicare eccessivamente il gioco. Direi che sostituisce egregiamente il predecessore, e lo affianca se volete giocare la modalità combo.

Curiosità: come in Bandido, purtroppo anche qui scarseggia l’ironia nella scelta del primo giocatore che deve essere il più giovane. Ma arrivati a questo punto sono certo che saprai trovare qualcosa di assolutamente sconvolgente senza il mio aiuto. 

Nota: si potrebbe studiare una variante con house rule competitiva in cui un giocatore cerca di far evadere i malviventi mentre un altro li deve bloccare, tuttavia credo che il primo sarebbe molto avvantaggiato. Forse tenendo un mix di carte tra i due mazzi con pochi bivi e aumentando il numero di torce disponibili. Un’altra opzione potrebbe essere un 1vs1 in cui si usano due confezioni di Bandido (o di Bandida) in cui ognuno ha il suo bandito da bloccare e quello avversario da aiutare a evadere.


#NEW# – Papageno

Personaggio del “Flauto Magico” di Mozart, Papageno è un cacciatore di uccelli e, in questo gioco, l’obiettivo è avere una collezione di sei uccellini più piccoli e belli rispetto ai propri avversari. Se l’avessero fatto in zona bresciana probabilmente i volatili canori non sarebbero stati rappresentati appollaiati su un filo, ma arrostiti con burro colato e infilati su uno spiedo… ma fortunatamente Mozart non era bresciano, e nemmeno Kevin Kim, autore di questo gioco illustrato da Felix Kielán e pubblicato nel 2020.

Gioco breve e facile, adatto ai più giovani e ai neofiti, ma sufficientemente aggressivo e stronzetto da essere gradito anche da giocatori più esperti, prevede di avere sei carte, in due file da tre, coperte, e a ogni turno pescarne una nuova (dal mazzo coperto o scoperta dagli scarti) da sostituire a una delle proprie (coperta o scoperta che sia). Ogni carta uccello ha un valore e l’obiettivo è avere la somma dei valori delle proprie sei carte inferiore a quella degli avversari. Alcune carte (Papageno e Flauto di Pan) consentono di scambiare carte con gli avversari, mentre un’altra (l’uovo) assume lo stesso valore di una carta vicina.

Quando un giocatore arriva a sei carte scoperte, ognuno gira le sue ultime carte coperte e si sommano i valori (ricordando che una colonna con due carte uguali vale zero). Gioco simpatico, particolarmente divertente per chi è alle prime armi, ideale per riempire brevi tempi per i giocatori incalliti.

Curiosità: è designato primo giocatore chi meglio sia in grado di imitare il canto di un pennuto. E tutto questo potrebbe dar origine sostanzialmente a un altro gioco persino più lungo di quello effettivo.


#NEW# – Tucano

#Tucano (2021, opera di Théo Rivière, con le belle illustrazioni di Odile Sageat) è un breve (15 minuti) ma interessante gioco di carte  per 2-4 giocatori. Segue il filone di giochi che prevedono la formazione di file di carte in banco che vanno poi prese dai giocatori, e che vede in Coloretto e 6 Nimmt probabilmente gli esponenti più famosi. 

Ma se i suddetti sono più celebri, Tucano regge il confronto come freschezza e cattiveria: oltre alle carte frutta (delle quali ogni tipo segue le sue regole, ovvero alcune danno più punti via via che se ne possiedono di più, altre al contrario danno malus che crescono esponenzialmente in base al numero, altre ancora prevedono bonus per chi ne ha la maggioranza, eccetera) ci sono le carte tucano, che prevedono la possibilità di donare o rubare una delle carte prese (che restano a faccia in su davanti al giocatore) oppure di girare a faccia in giù e “consolidare” le carte prese fino a quel momento. 

Dopo aver preso una fila di carte, si aggiunge una carta sotto ogni fila, e si prosegue.

Come dicevo, gioca molto carino, che riprende e svecchia un classico archetipo. Tuttavia il numero di carte in banco da considerare e di cui tenere presente i valori lo rende forse più un “filler” per gamer che un introduttivo o un gioco per bambini.

Curiosità: qui inizia l’ultimo che ha mangiato frutta.


Ed eccoci arrivati alla fine. Undici giochi molto semplici, studiati per far giocare i più giovani ma interessanti in generali per i neofiti (quelli con cui li ho provati in definitiva li hanno graditi). Considerate che alcuni sono giochi molto semplici e adatti davvero principalmente ai giovanissimi o a gente che non ha mai giocato in vita; altri, invece, sono ottimi anche come filler per giocatori più esperti e potrebbero rientrare in quella piccola schiera di microscatoline da mettere sempre nelle tasche del borsone che vi trascinate dietro alle serate di gioco.

Diciamo che, probabilmente, tra tutti sono Tucano e Kariba, con Misty subito dietro, sono quelli che un giocatore esperto potrebbe gradire maggiormente nella sua collezione. A seguire, Papageno e Bandida. Hippo, classico push your luck, è di un genere che deve piacere: per alcuni potrebbe risultare addirittura il migliore. Bandido è più pulito di Bandida, ma anche più elementare, mentre GoTown e Winston sono dello stesso genere rispettivamente di Tucano e Kariba, ma un po’ più leggeri e immediati. Forest e Kawaii introducono la componente di abilità visiva nel trovare i personaggi negli spazi e della velocità nel chiamare le carte degli avversari, e forse i bambini potrebbero trovarsi più a loro agio, oltre a essere avvantaggiati.

Concludo questo articolo segnalandoti che, maledizione, procurarsi in Italia le uniche sleeves da 45×90, ovvero le Swan Panasia, è sicuramente più costoso che comprarsi tutti gli undici giochi. Ma è mai possibile? Helvetiq, se fai giochi con ‘sto formato come minimo ti lanci anche nel business delle bustine adatte… no? 

Bandido (2016) • 1-4 giocatori • 10-15 minuti
Forest (2017) • 2-5 giocatori • 15 minuti
GoTown (2017) • 2-4 giocatori • 20 minuti
Hippo (2017) • 2-4 giocatori • 15 minuti
Kariba (2010-2018) • 2-4 giocatori • 15 minuti
Winston (2018) • 2-6 giocatori • 15-25 minuti
Kawaii (2019) • 3-5 giocatori • 15 minuti
Misty (2019) • 2-5 giocatori • 15 minuti
Bandida (2020) • 1-4 giocatori • 15 minuti
Papageno (2020) • 2-5 giocatori • 15 minuti
Tucano (2021) • 2-4 giocatori • 15 minuti


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