Recensione – Saint Seiya I cavalieri dello zodiaco

SPECIFICHE

⏳ | circa 40/60 minuti
👥 | 2 a 5 giocatori
👪 | 14+⠀
🖋 | Nicolas BadouxMaxime Babad
📆 | 2019 grazie a 3emme Games

INTRODUZIONE
Esattamente 30 anni fa, il 26 marzo 1990, andò in onda su Odeon TV, la prima puntata de I Cavalieri dello Zodiaco, un anime intraprendente e rivoluzionario che ancora oggi suscita ammirazione e apprezzamento. Il manga, scritto da Masami Kurumada, racconta le avventure di un gruppo di ragazzi giapponesi (Seiya, Shiru, Hyoga, Shun e Ikki, ovvero Pegasus, Sirio, Crystal, Andromeda e Phoenix), allenatisi per diventare Saint, ovvero guerrieri consacrati alla dea Atena che lottano per proteggere lei, l’umanità e il pianeta Terra contro i cattivi di turno, armati delle loro speciali Cloth, le armature che rappresentano le costellazioni moderne.
Il gioco prende ispirazione da questo anime, in particolare delle storie de “Il Grande Tempio” che, per gli amanti della saga dice tutto, per gli altri probabilmente niente. Il gioco, infatti, si basa su molte tematiche di questo specifico manga e gli appassionati le riconosceranno tutte, a partire dalla storia; Atena è in grave pericolo, il Grande Sacerdote le sta dando la caccia e solo le prodezze dei 5 Cavalieri di Bronzo potranno salvarla prima che l’ultima fiamma dell’orologio si estingua. Queste sono rappresentate dai 12 Cavalieri d’Oro, che simboleggiano la scalata alle 12 Case presenti nel Grande Tempio, disposte una dietro l’altra, che conduce alle stanze del Grande Sacerdote.

IL GIOCO
Tutto questo si svolge attraverso la costruzione del nostro mazzo di carte; un Deck Building degno di nota quindi, non solo per l’ambientazione ispirata al celeberrimo anime giapponese appunto, ma anche e soprattutto per alcuni twist innovativi presenti nel gioco.
Vediamo brevemente i materiali e alcuni fondamenti del regolamento. Innanzitutto c’è un tabellone, ovvero un tappetino, essenziale e funzionale, dove sono esposte le possibili carte da comprare, un mazzo di pesca e uno degli scarti. Le carte nel corso della partita scorrono veloci e la variabilità delle stesse risulta molto elevata. Se si gioca in 3 o più giocatori si rischia di non ritrovare le stesse carte nel proprio turno successivo. Quindi se avete mirato una carta e desiderata acquistarla non aspettate troppo.
L’elemento 3D rappresentato dall’orologio e dalle sue 12 fiamme magnetiche, oltre ad essere una figata del gioco è un rimando al cartone animato molto ad effetto; inoltre scandisce il tempo della partita, infatti allo spegnersi dell’ultima fiamma si svolgerà l’ultimo turno. L’eliminazione dal campo di gioco di ogni singolo Cavaliere d’Oro eliminerà 1 fiammella dall’orologio fino al termine del gioco; oppure finirà prima con “l’entrata in scena” del Gran Sacerdote, che rimescolerà tutti i Cavalieri d’Oro già usciti e presenti negli scarti del tabellone, favorendo una potenziale accelerazione del gioco e termine dello stesso.
Poi c’è uno spazio di gioco, uno per ogni giocatore. In questa zona ci sarà il mazzo di carte, quello degli scarti, le carte distrutte, i personaggi feriti e l’eventuale Armatura in gioco.
Ogni giocatore sceglie uno dei 5 Cavalieri con le rispettive 15 carte; i personaggi base sono tutti uguali, mentre quelli upgradati, chiamiamoli così, (che verranno acquistati nel corso della partita), hanno poteri diversi a seconda del personaggio scelto; dopo aver mescolato il proprio deck si inizia il gioco con le prime 5 carte.
Essendo un Deck Building lo scopo principale del gioco è ovviamente accumulare carte; una delle novità è proprio la modalità di acquisto delle stesse che possono essere comprate in due modi: attraverso la Forza oppure il Cosmo; questa differenza, oltre che permetterci due possibilità di acquisto, in base alle risorse che abbiamo in quel momento, ci riporta al gioco in quanto le carte comprabili con il Cosmo sono gli eroi (i Cavalieri d’Oro ad esempio), che nell’anime hanno poi sposato la causa di Atena , schierandosi dalla sua parte. Inoltre le carte comprate con questa seconda modalità finiscono direttamente nella nostra mano e possono essere utilizzate nel turno in corso; quelle comprate con la Forza finiscono negli scarti.
Le carte acquistabili sono divise per “gradi”, definiti dai colori, e classificate in un range che va da molto comune a molto rare. Tra le prime vi sono i personaggi base mentre a salire ci sono personaggi sempre più forti fino alle carte dorate che rappresentano i Cavalieri d’Oro appunto, finendo con le 3 molto rare rappresentate da Atena (2) e dal Gran Sacerdote. Va da sè che quelle più preziose hanno un costo di acquisto maggiore ma forniranno maggiori punti vittoria a fine partita o effetti più potenti quando le si giocheranno. Le carte, inoltre, sono dotate di effetti suddivisi in due categorie principali:

  • Effetto del campo: si attiva quando la carta si trova sul tabellone
  • Effetto di gioco: si attiva quando la carta viene giocata dalla mano di un giocatore

Ad esempio l’effetto comparsa si attiva una sola volta, nel momento in cui la carta viene girata e posta sul campo di gioco; invece l’attivazione si verifica quando un giocatore dalla propria mano scende la carta nella propria area di gioco; a quel punto può decidere se attivare o meno il potere della carta e applicarne gli effetti positivi o negativi.
Se un personaggio viene ferito può essere guarito nel nostro turno da una delle carte alle quali è conferito il potere di guarigione. Le carte distrutte invece sono perse.



In più, i poteri delle carte sono molteplici e diversi a seconda del personaggio in gioco. Questa caratteristica se da un lato favorisce la variabilità ai personaggi e al gioco stesso, dall’altro la modalità di presentazione degli effetti è scritta talmente piccola che occorre un certo tempo per leggere gli effetti delle 6 carte potenzialmente acquistabili nel turno in corso, aumentando nelle prime partite il downtime del gioco; certo più ci si gioca, più si conoscono le carte e prima si deciderà quale acquistare, ma essendo il mazzo composto da 200 carte, impararle tutte non è facile. Inoltre il downtime aumenta con il numero dei giocatori, quindi sconsiglio, soprattutto all’inizio, di giocarlo in 4 o in 5. Forse 3 è il numero perfetto.
Piccolo chiarimento sul numero delle carte: ogni personaggio ha 15 carte, mentre il restante mazzo è doppio di ogni personaggio, tranne per le Armature e i Cavalieri d’Oro, che sono 12. A questo proposito consiglio una variane di gioco in 2, forse anche 3 giocatori: essendo il mazzo molto voluminoso, con un basso numero di giocatori, la partita potrebbe allungarsi molto, perdendo di ritmo e intensità; suggerisco quindi di dividere in due il mazzo dei personaggi uguali aggiungendo i Cavalieri d’Oro e le Armature, in questo modo la partita diventa più fluida incentivando a iniziare subito una possibile rivincita!
Al termine di ogni singolo turno c’è una Fase di Mantenimento nella quale ripristineremo con delle nuove carte gli spazi vuoti del tabellone, facendo prima scorrere quelle rimaste da sinistra verso destra; scarteremo inoltre le carte giocate nella nostra mano, tranne i personaggi feriti e l’Armatura in gioco.
La partita termina quando l’ultima fiamma dell’orologio sarà stata rimossa e tutti i giocatori avranno effettuato l’ultimo turno. A quel punto si conteranno i punti vittoria presenti sulle carte determinando così il vincitore della partita.

CONCLUSIONI
Cosa ci ha colpito di questo gioco?
Sicuramente il tema dei Cavalieri dello Zodiaco ha incrementato il successo di questo Deck Building, ma non solo. I personaggi sono diversamente bilanciati e la padronanza di ciascuno di essi è conseguenze all’esperienza di gioco di diverse partite. Ad esempio Ikki ci permette di eliminare carte dal mazzo; questa operazione se da un lato elimina dei potenziali punti vittoria, dall’altro snellisce il deck stesso permettendo l’uscita di personaggi forti con più frequenza; inoltre ha il notevole vantaggio di non dipendere da un altro Ikki, come nel caso di Hyoga.
Altro interessante aspetto del gioco è la possibilità di “tappare”, uno o più personaggi ferendoli ed evitando così che si accumulino nel mazzo, non essendoci un limite ai personaggi feriti tenuti nel nostro spazio di gioco; questi saranno conteggiati comunque nel punteggio di fine partita.
L’interazione tra i giocatori è presente ma non eccessiva; giusto quel pizzico che non guasta in giochi di questo tipo; potremmo ad esempio “rubare” all’avversario il Maestro corrispondente al suo personaggio evitando che diventi troppo forte, oppure giocargli contro delle carte che arrecheranno ferite ai suoi personaggi o che lo costringono a scartare o distruggere delle carte, niente comunque che impedisca di costruirsi la propria strategia.
La grafica, intesa come rappresentazione dei personaggi e delle carte stesse (foil), è uno spettacolo; una volta aperto il gioco si passa la prima mezz’ora a guardarle, a leggerne i poteri a ed immaginare le possibili combo che puoi farne. Inoltre il playmate in neoprene non è da meno, davvero bello e funzionale, così come il tabellone magnetico. Il tutto ad un prezzo veramente onesto.
Di contro manca forse un po’ il legame con l’ambientazione, nel senso che non si ha l’impressione di scontri epici, quanto una mera raccolta di carte.
Il regolamento non è dei migliori, bisogna fare spesso avanti e indietro tra le pagine per ricollegare le varie sequenze di gioco.
La scatola invece poteva essere pensata un pochino più grande da permettere anche l’aggiunta delle 2 espansioni già prossime all’uscita perché, come sempre in questi casi, una volta imbustate le carte, lo spazio disponibile risulta risicato al minimo. Forse un big box potrebbe essere la soluzione futura.
Le espansioni presto disponibili sono Asgard, a breve in italiano, e Nettuno che uscirà in Francia tra qualche mese. Asgard, oltre ad un ulteriore mazzo di carte e le plance giocatore, introduce la modalità solitario che consiste nell’affrontare Hylda di Polaris in un testa a testa per 24 turni.
Queste espansioni aumenteranno di sicuro la longevità del gioco, anche perché una volta provati tutti i personaggi base e sperimentate tutte le combo possibili il gioco non ha molto altro da offrire.
Consiglio i Cavalieri dello Zodiaco, quindi, agli amanti del cartone giapponese e alle opere di Kurumada per la forte aderenza al tema rappresentato, e agli appassionati dei Deck Building. Per tutti gli altri giocatori potrà essere un piacevole e accattivante intrattenimento ma forse nulla di più.
Concludo con una curiosità reperita in rete: secondo un sondaggio di qualche anno fa in Giappone, il personaggio più amato della saga risulta essere Shiru, alias Sirio, seguito da Cristal, Andromeda e Phoenix; chiude la classifica il personaggio principale ovvero Pegasus.
È così anche per voi?